Maturità 2025: addio alla carta, benvenute prove scritte digitali? - Studentville

Maturità 2025: addio alla carta, benvenute prove scritte digitali?

Maturità 2025: addio alla carta, benvenute prove scritte digitali?

Il CNDDU ha proposto una rivoluzione digitale per rendere la scuola più moderna e sostenibile.

A pochi giorni dalla fine degli Esami di Stato 2024, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha avanzato una proposta rivoluzionaria al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: digitalizzare tutte le prove scritte della prossima maturità. Questo epocale cambiamento mira a modernizzare e a rendere più sostenibile il sistema scolastico italiano, investendo i costi risparmiati negli stipendi dei docenti impegnati negli esami di stato.

La proposta nasce dalla crescente digitalizzazione che sta via via interessando tutte le attività didattiche, oltre che dalla necessità di preparare gli studenti a un utilizzo più consapevole della tecnologia. Secondo il CNDDU, digitalizzare le prove d’esame ridurrebbe l’uso della carta, contribuendo così alla tutela ambientale, e favorirebbe lo sviluppo di competenze digitali fondamentali per gli adulti del domani.

Vantaggi e implicazioni della digitalizzazione

Implementare questa riforma posizionerebbe l’Italia tra i Paesi più avanzati nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nel settore dell’istruzione. Il Presidente del CNDDU, Prof. Romano Pesavento, ha sottolineato in una nota che l’iniziativa si inserirebbe nel più ampio contesto della dematerializzazione delle attività scolastiche, già in atto in molte aree. “Risparmiare l’uso della carta e abituare sempre più gli studenti a utilizzare la tecnologia nel modo più appropriato, considerando che ormai molti concorsi pubblici sono svolti in modalità digitale, costituirebbero scelte funzionali alla tutela ambientale e all’incremento delle competenze digitali di cittadinanza, ormai imprescindibili per muoversi correttamente nella società odierna”.

Retribuzioni e criticità del sistema attuale

La dematerializzazione delle prove potrebbe portare a significativi risparmi economici. Questi fondi risparmiati potrebbero essere utilizzati per migliorare la retribuzione dei docenti coinvolti negli Esami di Stato, risolvendo una delle criticità più sentite del sistema attuale.

Le indennità dei commissari d’esame sono rimaste invariate dal 2007, come indicato nel decreto interministeriale del Ministero dell’Istruzione e dell’Economia. Diversi sindacati, tra cui la Uil Scuola Rua, hanno sollevato preoccupazioni riguardo l’inadeguatezza di tali compensi, soprattutto in un contesto economico caratterizzato da un’inflazione crescente.

Giuseppe D’Aprile, leader della Uil Scuola Rua, ha dichiarato: “L’insieme dei compensi fa ancora riferimento a somme definite quando l’inflazione in Italia – dato Istat – era all’1,8%, oggi siamo al 6,2%. Dato che va messo in relazione con il potere d’acquisto delle retribuzioni che negli ultimi 10 anni si è ridotto del 4,5%”. Secondo D’Aprile, questi numeri non possono essere ignorati dalla politica.

Un invito alla modernizzazione

Il CNDDU ha sollecitato il Ministro Valditara a prendere in seria considerazione la proposta, che potrebbe rappresentare una svolta epocale per l’istruzione italiana. L’invito è a valutare attentamente i potenziali benefici della digitalizzazione delle prove scritte, sia in termini di modernizzazione del sistema educativo sia in termini di sostenibilità ambientale.

“Una riforma del genere costituirebbe una svolta epocale nel settore Istruzione e inserirebbe l’Italia tra i Paesi più innovativi rispetto all’utilizzazione e gestione delle TIC,” ha dichiarato Pesavento. Il CNDDU si è detto pronto a collaborare attivamente con il Ministero per avviare questo cambiamento sostanziale.

In conclusione, la proposta del CNDDU rappresenta una visione per un futuro scolastico più moderno, sostenibile ed equo. Digitalizzare gli Esami di Stato potrebbe non solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche migliorare la qualità dell’istruzione e le condizioni di lavoro dei docenti. Ora spetta al Ministero dell’Istruzione e del Merito valutare questa proposta innovativa e potenzialmente rivoluzionaria.

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