L’apertura del Governo Meloni ai corsi di laurea online in Medicina: chi non è d’accordo
Una delle più recenti decisioni del Governo Meloni riguarda il non ostacolare l’attivazione di corsi di laurea in Medicina presso le università telematiche. Tale obiettivo espresso da Giorgia Meloni e dal suo partito ha acceso un vivace dibattito all’interno del panorama politico e accademico italiano. Questa riflessione ha sollevato preoccupazioni significative riguardo la qualità della formazione medica nel Paese.
In merito a ciò, si è espressa Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi Sinistra, la quale ha espresso il timore che tale apertura possa compromettere l’integrità del sistema educativo, trasformando l’istruzione superiore in un mero mercato di titoli a pagamento.
Che cosa è emerso durante la seduta politica
Ebbene, il 18 febbraio 2025 si è organizzata la seduta della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. Durante il corso dello stesso dibattito, si è espressa la parlamentare Elisabetta Piccolotti, in merito all’appoggio del Governo Meloni delle università telematiche per i corsi di Medicina. La politica ha aspramente criticato e denunciato la bocciatura da parte della maggioranza di tutti gli emendamenti proposti dalla sua coalizione, volti a escludere le università telematiche dall’offerta formativa in Medicina e Chirurgia.
La parlamentare, inoltre, ha descritto il percorso delineato dal Governo come confuso e preoccupante. A tal proposito, la Piccolotti ha dichiarato:
“Il percorso delineato dal Governo per modificare le modalità di accesso alle Facoltà di Medicina è talmente confuso da sembrare studiato per creare problemi anziché offrire soluzioni”.
Inoltre, la rimozione del test di accesso alle Facoltà di Medicina, secondo la Piccolotti, potrebbe portare a un aumento esponenziale delle iscrizioni, aggravando ulteriormente la già precaria situazione delle università pubbliche, che soffrono di una importante carenza di fondi.
Le ulteriori critiche mosse da Piccolotti
Elisabetta Piccolotti ha espresso ulteriori dubbi e criticità sul tema. In merito a ciò, secondo la parlamentare, le università telematiche potrebbero non garantire gli stessi standard di qualità della formazione rispetto agli atenei tradizionali.
Negli ultimi anni, infatti, diverse inchieste hanno messo in luce le criticità nella gestione di questi corsi accademici, evidenziando pratiche come esami facilitati e percorsi di studio poco rigorosi. Tali riflessioni sollevano interrogativi fondamentali sulla preparazione dei futuri medici.
La stessa Piccolotti ha dichiarato:
“Siamo davvero pronti a farci curare da professionisti formati in queste condizioni?”.
Un’altra preoccupazione espressa dalla deputata riguarda la possibile influenza di forti lobby che operano nel settore delle università telematiche, gestite appunto da molti proprietari e investitori di questi atenei online privati.
Infine, questa denuncia si inserisce in un contesto più ampio, che vede numerosi docenti e professionisti del settore esprimere il loro disappunto nei confronti di un modello educativo che potrebbe non rispettare gli standard richiesti per la formazione medica.