Si torna a parlare del triste episodio che ha interessato, lo scorso mese di ottobre, la professoressa Maria Cristina Finatti, docente di scienze della terra presso l’istituto di istruzione superiore Vila Marchesini di Rovigo che era stata colpita, in classe e dai suoi stessi studenti, con i pallini di una pistola ad aria compressa. Se ne torna a parlare in quanto la commissione Istruzione al Senato l’ha invitata ad esprimersi sull’esperienza che l’ha, suo malgrado, coinvolta praticamente all’inizio dell’anno scolastico.
“Mi sono sentita sola”, la testimonianza della prof
L’episodio del quale la prof è stata vittima rappresenta un esempio molto chiaro di come un’aggressione in ambito scolastico possa avere ripercussioni molto gravi sulla vittima. La Finatti ha subito un attacco violento e umiliante da parte dei suoi studenti, che non solo l’hanno colpita ed hanno registrato l’episodio, ma lo hanno poi anche condiviso sui social network. Il gesto, gravissimo ed inaccettabile, ha causato alla docente un danno morale e psicologico notevole, che l’ha portata a sentirsi sola e abbandonata. E a vivere in un clima di umiliazione e di incompresione. Ad aggravare la situazione, il fatto che molti dei suoi colleghi e la società in generale – ricordiamo che, ai tempi, si era espressa pubblicamente anche la comica Luciana Litizzetto, che aveva detto come questo non sarebbe mai successo ad una professoressa empatica – abbiano tentato quasi di minimizzare l’episodio giudicandola incompetente.
La professoressa ha denunciato la classe e chiesto un risarcimento
L’insieme delle vicende ha portato la Finatti a decidere di denunciare tutti gli studenti coinvolti nell’aggressione. Scelta sofferta, ma presa per difendere la propria integrità morale, e per mettere in luce il problema del bullismo e della violenza nelle scuole. L’episodio ha avuto un impatto notevole sul contesto scolastico e sulle istituzioni che si occupano di istruzione. A mostrarle il proprio appoggio sono stati sia la commissione Istruzione del Senato che il ministro dell’Istruzione.
Per questo, hanno deciso di istituire un tavolo di confronto al quale hanno invitato a partecipare sia le associazioni dei genitori che degli studenti per affrontare il problema del bullismo e della violenza nelle scuole. Inoltre, in accordo con gli Uffici Scolastici Regionali e le singole scuole, il ministero ha ha avviato un monitoraggio sui casi di bullismo o violenza all’interno degli istituti italiani.
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