La neo-eletta Miss Italia 2023 si fa subito notare per schiettezza e determinazione, caratteristiche che le hanno permesso di uscire dalla “pesante” eredità familiare e dai commenti delle malelingue che la vogliono raccomandata. Francesca Bergesio è infatti figlia di un senatore della Lega ed è cresciuta all’ombra di commenti negativi e accuse di favoritismi legati al ruolo politico del padre. Intervistata da La Stampa poco dopo la sua elezione, ha raccontato alcuni fatti pesanti della sua vita che l’hanno segnata ma che le hanno anche permesso di forgiare carattere e personalità.
Una voce fuori dal coro del concorso di bellezza
L’edizione del concorso Miss Italia del 2023 si è conclusa sabato scorso, 11 novembre, con l’incoronazione di Francesca Bergesio, una diciannovenne di Cernere, in provincia di Cuneo. Il suo obiettivo era sempre stato l’iscrizione all’Università Unicamillus di Roma per diventare medico, tuttavia, con le nuove opportunità che si aprono dopo la sua elezione, Francesca ha deciso di prendersi il tempo necessario per valutare tutte le porte che le si apriranno.
Il rapporto col padre e le accuse di favoritismo
Francesca rivela la complessità di essere la figlia di un senatore e le voci di favoritismi che sono circolate dopo la sua vittoria, voci che non ha per niente apprezzato, soprattutto vista la sua forte connessione con la famiglia: “Ho sentito cose che non mi sono piaciute. Per questo non volevo che si sapesse che mio padre era un senatore”. Il padre è un senatore della Lega, ma Francesca ha le sue idee, che non per forza coincidono con quelle del genitore: “Con papà ci vediamo poco ma parliamo molto, mi spiega sempre le diverse posizioni su un fatto senza cercare di impormi la sua opinione. Capita che la pensiamo diversamente, c’è dibattito, ma sereno. Io ho le mie idee ma non dipendono da un partito politico, non sono ideologica”.
La vita scolastica tra solitudine e bullismo
All’età di 14 anni, subito dopo la fine delle scuole medie, i genitori l’hanno mandata a studiare in un convitto a Torino: questa esperienza l’ha esposta a una forte solitudine, ma ha anche significato crescita personale, rendendola più forte e autonoma. Francesca ha poi parlato degli spiacevoli episodi che ha dovuto affrontare in adolescenza: “Molestie fisiche no, però ho subito tanta pressione, tanti commenti, anche cattivi sul mio corpo. Anche il bullismo è una molestia. Da ragazzina per la mia altezza mi sentivo diversa e c’erano quei commenti cattivi: “cavallona”, “bislunga” che mi facevano soffrire. Per fortuna grazie al supporto di mamma sono riuscita a trasformare la fragilità in un punto di forza e adesso mi sento bene con il mio corpo. Non è stato facile. Probabilmente oggi chi mi ha bullizzato mi farebbe un sorriso, ma li faccio marcire nel loro piccolo mondo”.
Una voce per la parità di genere
L’esperienza di bullismo a causa della sua altezza le ha causato molto dolore, ma l’ha anche resa più forte. Per questo le sue parole sul palco non riguardano solo la superficialità, ma affrontano tematiche cruciali per la società contemporanea: con un discorso di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, il suo impegno va oltre la mera denuncia, proponendo una trasformazione culturale per prevenire l’umiliazione e l’abuso, sottolineando la necessità di educare i maschi fin dall’infanzia al rispetto e alla parità. Per chiarire meglio il suo monologo incentrato sulla violenza contro le donne ha poi aggiunto: “Un argomento che mi sta molto a cuore, perché tutte le donne nel mondo del lavoro, nelle relazioni si trovano a essere umiliate, annientate sia fisicamente che moralmente. Inaccettabile. Occorre educare i maschi fin da piccoli al rispetto e alla parità. Parlarne nelle scuole, altrimenti rimarrà tutto così”.