Mobbing: di cosa si tratta
Negli ambienti di lavoro nei rapporti tra datore e lavoratore, o tra lavoratore e lavoratore, si possono creare, a volte, delle tensioni provocate da diversi fattori. Oggi parliamo di mobbing partendo proprio dal significato del termine; l’etimologia della parola risale al verbo inglese [to] mob, cioè «assalire, molestare», quindi con il termine mobbing si fa riferimento a comportamenti violenti che un gruppo rivolge ad un suo membro. Se contestualizzato all’ambito lavorativo, viene definito come terrore psicologico sul posto di lavoro che viene esercitato con atteggiamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte di colleghi e superiori. Questo atteggiamento, di conseguenza, provoca nel lavoratore uno stato di ansia e malessere sul posto di lavoro. Nel caso di atteggiamenti violenti da parte del datore di lavoro, si parla di bossing.
Mobbing: come riconoscerlo
Prima di parlare di mobbing, e di procedere per vie legali, è bene riconoscerlo e non cadere in false supposizioni. Affinché si possa parlare di mobbing si devono verificare delle situazioni:
- ripetersi per un lungo periodo di tempo;
- reiterarsi in modo sistematico e continuato;
- avere uno scopo preciso, quindi essere azioni intenzionali (magari anche premeditate).
La vittima di questo atteggiamento violento e discriminatorio viene detto mobbizzato, il carnefice viene detto mobber che, con i suoi atteggiamenti, distrugge la vita sociale, psicologica e professionale della vittima. Ogni situazione è diversa dall’altra, ma nella maggior parte dei casi si è arrivati all’individuazione di un denominatore comune ovvero l’inferiorità della vittima; inferiorità intesa in riferimento alla posizione lavorativa che si occupa. Nel periodo in cui la vittima è vittima di mobbing vengono meno:
- la sua influenza;
- il rispetto degli altri verso di lui/lei;
- il suo potere decisionale;
- l’entusiasmo nel lavoro;
- la fiducia in se stesso;
- gli amici;
- la salute;
- la sua dignità.
Lo scopo del mobbing è sempre lo stesso, ovvero portare la vittima alle dimissioni volontarie o un licenziamento motivato.
Mobbing: come difendersi
I sintomi che manifesta un mobbizzato possono essere:
- palpitazioni;
- tremori;
- difficoltà respiratorie;
- problemi di espressione;
- sudorazione fredda;
- dermatite e problemi cutanei;
- cefalea;
- gastriti e disturbi digestivi;
- perdita del sonno;
- stress.
In caso di mobbing, la cosa necessaria da fare è rivolgersi ad un legale per avere consulenza e rivolgersi a degli enti di supporto, come ad esempio le organizzazioni sindacali che offrono assistenza legale, sostegno e consulenza. In caso di reati penali ci si può rivolgere a degli avvocati penalisti oppure direttamente a giuslavoristi specializzati in mobbing e discriminazioni lavorative.
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