I nuovi libri scolastici in Russia stanno attirando l’attenzione internazionale per la loro narrazione “distorta” della guerra in Ucraina. Nel volume finito al centro dell’attenzione si afferma, infatti, che la guerra è “giusta” e che l’Occidente sta cospirando con Kiev per “distruggere Mosca”. Uno sforzo di indottrinamento che sta cercando a tutti gli effetti di plasmare la percezione storica degli studenti russi. Estratti diffusi dai media di Mosca svelano che i libri di storia per il prossimo anno scolastico sostengono che Putin ha “salvato la società russa” con l’operazione militare in Ucraina. Ma non è tutto. Vediamo cosa altro riportano.
Per i libri scolastici russi la guerra in Ucraina è giusta
Secondo estratti pubblicati dai media locali, agli studenti verrà in sostanza insegnato che la civiltà umana sarebbe potuta finire se Vladimir Putin non avesse iniziato la sua “operazione militare speciale” contro l’Ucraina. Il libro incriminato si intitola “Storia russa, 1945 – inizio 21° secolo“: uno dei suoi autori è il consigliere presidenziale Vladimir Medinsky, ex ministro della cultura. Si tratta del primo libro di storia ufficialmente approvato a trattare eventi recenti come l’invasione russa del febbraio 2022, e dal prossimo settembre sarà introdotto nelle scuole, in particolare nell’11° anno – ovvero l’ultimo dell’istruzione secondaria in Russia – per essere studiato dai ragazzi di età compresa tra 17 e 18 anni.
Alcuni passaggi del libro riportano che “l’Occidente è determinato a destabilizzare la situazione all’interno della Russia” e per raggiungere questo obiettivo, le potenze occidentali hanno diffuso false credenze sulla Russia volte a screditare e a provocare una sorta di “russofobia” generale.
Ma non finisce qui, perché come si legge sempre nel libro, l’obiettivo finale dell’Occidente sarebbe quello di distruggere la Russia – per questo ha iniziato a trascinarla in violenti conflitti – per assumere il controllo della sua ricchezza mineraria. Naturalmente, nel volume ampio spazio è dedicato a Putin e al suo saggio sull’unità storica di russi e ucraini. Ribadendo, ancora una volta, come la Russia sia stata derubata quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza nel 1991 essendo l’Ucraina uno “stato artificiale”.
Le distorsioni e le manipolazioni della realtà
Ma le distorsioni della realtà riportate nel testo scolastico non finiscono qui. In particolare, l’attacco iniziale della Russia all’Ucraina nel 2014 viene dipinto come una rivolta popolare nel Donbas orientale, senza menzionare il coinvolgimento diretto dei militari russi. Ed si evita di menzionare l’invio di truppe russe nel Donbass anche durante gli anni successivi.
Un’altra affermazione controversa del libro è che l’invasione su vasta scala del 2022 è stata motivata dalla possibilità che l’Ucraina si unisse alla NATO. Il testo sostiene che se l’Ucraina avesse aderito all’alleanza, la Russia avrebbe affrontato una guerra contro l’intera NATO se il paese avesse provocato un conflitto in Crimea o nel Donbass. Ma, come ben sappiamo, tale adesione non era una prospettiva immediata.
Un altro dei punti contestati riguarda l’affermazione che fino al 2014 l’80% della popolazione ucraina considerava il russo la propria lingua madre. Questa affermazione contrasta sia con dati concreti che con sondaggi affidabili. In particolare, quello condotto nel 2006 dal Centro Razumkov per il quale solo il 30% dei residenti in Ucraina aveva indicato il russo come lingua madre. Il 52% degli intervistati considerava questa l’ucraino. In quanto alle notizie diffuse sul web, infine, il libro avverte gli studenti del fatto che “i social network e i media occidentali diffondono informazioni false con troppo entusiasmo”.
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