Nel giorno della riapertura delle scuole francesi, il ministro dell’Educazione, Gabriel Attal, ha annunciato un’iniziativa che entrerà in vigore dal prossimo autunno: l’adozione sperimentale delle uniformi in alcuni istituti scolastici. Questa decisione non è casuale: arriva in seguito alle polemiche che hanno interessato la Francia nelle scorse settimane, quelle riguardanti il divieto di indossare la “abaya” musulmana per le studentesse.
Nelle scuole francesi si indosserà l’uniforme
Naturalmente si tratta di una decisione che non sarà esente da malumori: si tratta di normative che promettono meno disuguaglianze, una riduzione delle molestie e dei disordini nelle scuole ma, d’altro canto, comportano dei costi non indifferenti, e i genitori degli studenti non sono tutti concordi.
Il ministro Attal, intervistato dalla RTL, ha dichiarato in merito di non essere sicuro che questa decisione sia miracolosa, ma ritiene che l’introduzione di un’uniforme scolastica meriti di essere sperimentata. Si è detto favorevole perché pensa che possa essere utile per un dibattito costruttivo: il modo migliore di farsi un’idea è provare le cose negli istituti. Cosa lo abbia spinto in questa direzione è chiaro, specie all’indomani delle polemiche alle quali abbiamo accennato in apertura. L’obiettivo principale sembra essere quello di promuovere una maggiore omogeneità nell’abbigliamento degli studenti, e di ridurre al contempo le tensioni legate alle questioni religiose e culturali.
Naturalmente, bisognerà attendere qualche tempo prima che la questione venga definita sotto tutti i suoi aspetti: ovvero come verranno implementate queste uniformi, quali istituti saranno coinvolti nella sperimentazione e come reagiranno gli studenti e le loro famiglie a questo cambiamento. Il ministro ha chiarito che le procedure per la sperimentazione verranno delineate in autunno.
“Collaboreremo strettamente con i rappresentanti eletti e il personale del sistema educativo nazionale. È di fondamentale importanza che la partecipazione alla sperimentazione sia volontaria e coinvolga anche i genitori a livello di istituto.”
Ha precisato, ed ha anche aggiunto di avere il desiderio di “testare questa iniziativa in varie tipologie di istituti, inclusi quelli delle scuole primarie, delle università e delle scuole superiori”, nonché in “diverse regioni del paese”.
Le reazioni all’adozione delle uniformi scolatiche
La proposta del ministro sembra essere stata accolta positivamente dalle fazioni politiche di destra. Il leader dei Républicains, Eric Ciotti, si è già espresso favorevolmente all’iniziativa. Ciotti ha sottolineato che questa misura “consentirebbe di affrontare le disuguaglianze e le molestie”. Anche l’estrema destra ha dimostrato interesse, due sindaci si sono offerti volontari per partecipare al periodo di sperimentazione.
Non troppo entusiasta, invece, è stata la risposta della segretaria del sindacato SNES-FSU in Normandia, Claire-Marie Féret, la quale ha espresso i propri dubbi circa la proposta di adottare le uniformi scolastiche, sottolineando come tale misura non risolverebbe le disuguaglianze e non influenzerebbe in alcun modo la qualità dell’ambiente scolastico.
“Personalmente, ritengo che l’abbigliamento degli studenti non abbia un impatto significativo sull’atmosfera all’interno delle scuole,” ha dichiarato.
“Che gli studenti indossino jeans, abbigliamento sportivo o indumenti formali, questo non modifica sostanzialmente la dinamica educativa. Credo che una divisa, se non mantenuta in buone condizioni, potrebbe altrettanto facilmente stigmatizzare gli studenti quanto un capo d’abbigliamento in cattivo stato o non perfettamente pulito.”
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