Il nuovo anno scolastico 2024/25 vede un ulteriore crescita degli alunni di origine straniera. Molti di loro sono nati in Italia, ma non hanno la cittadinanza italiana. Le regioni del Centro-Nord registrano le percentuali più elevate.
Il tema dell’integrazione degli alunni privi di cittadinanza italiana si profila come un tema centrale anche per l’anno scolastico 2024/25. Questo perché il loro numero è ormai l’unico a essere in crescita costante nell’ormai triste contesto di declino demografico che affligge il Paese. Nelle regioni con la maggiore incidenza di alunni stranieri, in alcune scuole oltre il 30% degli studenti è di origine non italiana: questi dati, però, non sembrano generare alcun problema in termini di integrazione, quanto, piuttosto, in termini di competenze linguistiche e adattamento.
Questi alunni stranieri sono spesso nati in Italia da genitori di origine straniera. Secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), nel 2022/23 gli studenti stranieri nelle scuole italiane erano 914.860, pari all’11,2% del totale degli iscritti, con un incremento del 4,9% rispetto all’anno precedente. Il dato è ancora più significativo se si paragona a quello degli studenti italiani che, nello stesso periodo, è diminuito del 2%.
La distribuzione territoriale: il Nord Italia al centro dell’attenzione
Il 65,2% degli studenti di origine straniera si concentra nelle regioni del Nord Italia, mentre il Centro ne accoglie il 23,3% e il Sud solo l’11,5%. La Lombardia, con i suoi 231.819 studenti stranieri, è la regione con il maggior numero di presenze; l’Emilia-Romagna e il Veneto seguono con il 12% e il 10,9%, mentre le regioni meridionali registrano numeri ben più bassi, come Campania e Sicilia che contano solo il 3,6% e il 3,1% degli studenti stranieri.
Se guardiamo alle province, Milano vince alla grande con 82.396 studenti stranieri nel 2022/23, con un incremento di oltre 2.000 unità rispetto all’anno precedente; al secondo e al terzo posto si piazzano invece Roma e Torino, rispettivamente con 66.385 e 40.605 studenti.
Un’integrazione basata sulle competenze linguistiche
Uno degli aspetti più discussi della presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane è la distribuzione nelle singole classi. Per evitare una concentrazione eccessiva di alunni con difficoltà linguistiche, il MIM ha stabilito un tetto massimo del 30% per ogni classe. Questa soglia, però, può essere aumentata in base alle competenze linguistiche degli alunni, sempre tenendo in primo piano l’integrazione linguistica rispetto all’origine degli studenti.
Inoltre, nelle aree con maggiore concentrazione di studenti stranieri, la percentuale di scuole che supera la soglia del 30% è particolarmente alta. In Lombardia, ad esempio, il 15,4% delle scuole presenta più del 30% di studenti stranieri, mentre in Emilia-Romagna e Veneto le percentuali sono rispettivamente del 19% e dell’11,9%.
In tutto questo, però, bisogna tenere conto che gran parte degli studenti definiti stranieri sono nati in Italia. Il 65,4% di loro appartiene infatti alle cosiddette “seconde generazioni”: giovani che, pur avendo genitori di origine straniera, sono cresciuti e hanno studiato in Italia, spesso con una buona padronanza della lingua. Questo dato ridimensiona il problema linguistico e fa sì che molte classi con un’alta concentrazione di alunni stranieri in realtà non presentino nessuna difficoltà di integrazione.
Le nazionalità più rappresentate: Romania, Albania e Marocco
Tra i paesi di provenienza più comuni spiccano la Romania, l’Albania e il Marocco, che insieme rappresentano oltre il 40% del totale degli studenti stranieri in Italia; seguono la Cina, con circa 50.000 studenti, e Ucraina che, a causa della guerra, ha visto un aumento significativo delle presenze, raggiungendo oltre 43.000 unità.
Tutti questi numeri confermano come il sistema scolastico italiano stia diventando sempre più multiculturale e diversificato, una realtà che pone sfide ma anche opportunità per il futuro dell’educazione e dell’integrazione nel Paese.