Negli ultimi giorni sta spopolando su Netflix la serie tv “In fiamme”, ovvero la nuova uscita con l’attrice Úrsula Corberó. La serie tv è basata su un fatto realmente accaduto nel 2017 che ha sconvolto l’opinione pubblica della Spagna tra scandali sessuali, violenze e ingessì tra le file degli agenti di Polizia spagnoli.
“In fiamme”: la nuova serie Netflix
L’evento è conosciuto come “Il crimine della guardia urbana” e le vicende iniziano con il ritrovamento di un cadavere bruciato nella provincia di Barcellona. La serie tv è stata prodotta da Arcadia Motion Pictures e diretta da Jorge Torregrossa con protagonista la famosissima attrice Úrsula Corberó diventata famosa grazie alla serie tv La casa di carta.
Úrsula Corberó nella serie tv “In fiamme” interpreta il ruolo di Rosa affiancata dal personaggio di Albert, interpretato dall’attore spagnolo Quim Gutiérrez che è stato premiato con un Goya, che è il più prestigioso riconoscimento cinematografico spagnolo, per il filmAzuloscurocasinegro. Inoltre, sono presenti sul cast anche José Manuel Poga, Isak Férriz e Eva Llorach.
La trama
Lo show ha fatto il suo debutto su Netflix lo scorso 8 settembre 2023 ed ha già riportato alti numeri di visualizzazione tra gli utenti di tutto il mondo abbonati alla nota piattaforma di streaming. La serie tv racconta il ritrovamento del poliziotto Pedro carbonizzato all’interno della propria automobile nei pressi di Barcellona. La terribile scoperta attira l’attenzione del pubblico soprattutto nel momento in cui le indagini fanno emergere che tra i principali indagati ci sono proprio due suoi colleghi poliziotti: Rosa e Albert.
Il caso reale a cui è ispirato la serie tv
L’evento a cui è ispirato la serie tv, per i più appassionati, è possibile visionarlo attraverso un documentario dal titolo Il caso Rosa Peral. In questo documentario l’ex agente di Polizia rilascia la sua prima intervista dal carcere. Nel 2020, dopo un processo che ha svelato un intreccio amoroso, la donna è stata accusata di aver ucciso il compagno con l’aiuto dell’ex fidanzato e dunque il suo destino è stato il carcere.”El Crimen de la Guardia Urbana” (tradotto in italiano come “Il Crimine della Guardia Urbana”) è l’espressione usata per riferirsi all’omicidio di Pedro Rodríguez, che era un agente della Guardia Urbana di Barcellona dell’età di 38 anni.
Tuttavia, nei mesi che hanno preceduto l’assassinio, i tre membri, sono stati protagonisti di un triangolo amoroso con vari scandali all’interno della Guardia urbana di Barcellona. Infatti, Rosa Peral aveva denunciato di essere stata vittima di una “porno vendetta” da parte di un responsabile dell’organizzazione.
Inoltre, durante il processo i due imputati si sono accusati a vicenda di aver ucciso la vittima. L’accusa invece sosteneva che i due avvedere ucciso la vittima insieme e che avessero premeditato l’omicidio molto tempo prima poiché intendevano ritornare insieme. I due assassini dovranno scontare 25 anni (Peral) e 20 anni di carcere (López). Inoltre, ad entrambi è stato imposto di risarcire la famiglia della vittima con 885.000 euro. I condannati hanno presentato ricorso ma sia il Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna sia la Corte Suprema hanno confermato la sentenza.