A Bologna le aule non bastano: arrivano i container
Scuole di Bologna sold out. Le scuole superiori del capoluogo emiliano e dintorni saranno liberi dai container solo nell’anno scolastico 2024/2025. Stiamo parlando dei moduli di bioedilizia creati per il distanziamento nel periodo della pandemia da Covid-19 che non sono stati più tolti. Alcuni – come la preside del Liceo Righi Angela Rita Iovino – li vorrebbe abolire, mentre altri li vedono come l’unica possibilità di accogliere tutti gli alunni. Purtroppo non c’è posto nelle aule perciò questa sembra essere la soluzione più plausibile. Il delegato alla Scuola della Città metropolitana, Daniele Ruscigno, ha confermato che l’istituto ha chiesto interventi di edilizia leggera che saranno inclusi nel piano degli investimenti.
A Bologna le aule non bastano: cosa succede
Anche il Liceo Da Vinci a Casalecchio dovrà mantenere i moduli in bioedilizia, visto che le iscrizioni recentemente chiuse hanno indicato un eccesso di ben 112 studenti. La preside Tiziana Tiengo ha fatto sapere che la scuola possiede dei box prefabbricati e sei aule ospiti del Belluzzi. Anche il liceo artistico Arcangeli ha dovuto ricorrere ai moduli per soddisfare le richieste.
Potrebbe interessarti anche: Uno studente su tre va peggio a scuola: gli effetti negativi della DAD
A Bologna scuole piene: il caso
In realtà non ci stupiamo, visto che proprio qualche mese fa vi abbiamo parlato del caso del figlio di Luigi che a settembre si è iscritto al liceo classico Minghetti. Poco dopo è stato costretto a rimanere a casa 20 giorni a causa del Covid e visto che in questo caso non si possono fare verifiche e interrogazioni, purtroppo ha avuto molte difficoltà al suo rientro. Così alcuni professori gli hanno consigliato di cambiare scuola per non perdere l’anno e da qui è iniziata la “via crucis”. “È stata una via crucis perché nessuno dei licei che avevamo contattato, da quello di Casalecchio, passando per il Laura Bassi e il Mattei di Bologna, aveva posto per mio figlio“, ha detto il signor Luigi, come riporta Il Corriere di Bologna. Ha mandato una lettera al provveditorato, ha fatto chiamate, inviato pec, ma niente. Nessun riscontro. A quel punto ha iscritto il figlio ad una scuola privata, ovviamente con una grande spesa da sostenere per la retta annuale. Possibile che per iscrivere un ragazzo in un liceo pubblico a Bologna ci siano poche possibilità?
Leggi anche: “Scuole piene, non c’è posto”: a Bologna iscriversi al liceo diventa un’impresa