Di regolamenti scolastici sull’abbigliamento ne abbiamo parlato e riparlato. C’è chi ha vietato le infradito e chi i jeans strappati. C’è chi tra gli insegnanti ha rivolto parole poco lusinghiere a studentesse e studenti per il loro abbigliamento e chi, invece, ha denunciato la mise poco consona al contesto al dirigente scolastico. Alcuni istituti, infine, hanno esteso le regole in fatto di dress code scolastico anche agli esterni all’edificio: mamme, papà ed eventuali visitatori che hanno dovuto attenersi alla normativa. In Lombardia, però, una scuola non c’è stata. Ed ha voluto manifestare il proprio dissenso. Cosa è successo?
La protesa degli studenti al regolamento sull’abbigliamento
Siamo in una scuola dell’hinterland milanese all’ultimo giorno di lezioni. Qui, gli studenti hanno dato il via ad una protesta. Hanno fatto il loro ingresso nell’istituto indossando delle ciabatte per protestare contro il regolamento sull’abbigliamento. Inizialmente la notizia diffusa sembrava essere quella di una bravata, un gesto goliardico posto in essere come scherzo insomma. La preside, avvertita del fatto si era quindi recata in classe per parlare con gli studenti di terza media coinvolti. Successivamente si è capito che non si trattava di una mera presa in giro.
La risposta della preside
Così come ha dichiarato la dirigente:
“Nei loro confronti non è stato preso alcun provvedimento. Mi sono solo recata in classe a parlare con i ragazzi perché loro stessi mi avevano detto che si trattava di una protesta”.
Il motivo della stessa è stata l’adozione di un regolamento relativo all’abbigliamento da parte della scuola con il benestare del Consiglio di Istituto. Già perché con l’arrivo dei mesi più caldi, gli studenti hanno iniziato a indossare sempre più spesso shorts e top che lasciavano la pancia scoperta, persino ciabatte. E’ stato questo che aveva spinto la scuola a mettere delle regole in proposito. In realtà, però, non era stato istituito un vero e proprio regolamento, ha aggiunto la preside. Semplicemente sono stati fatti notare agli studenti di turno i singoli casi, senza che alle segnalazioni seguissero provvedimenti.
Così come si legge sul sito Primalamartesana, la dirigente Regina Ciccarelli conclude:
“I ragazzi sono usciti regolarmente da casa con le scarpe, indossando poi le ciabatte una volta a scuola. Ho suggerito loro che a quel punto avrebbero dovuto levarsi anche i calzini, perché così proprio non si potevano vedere”.
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