La Crusca condanna l’inglese nelle circolari. L’ingerenza della lingua inglese sull’italiano non è una novità: deriva dall’enorme influenza che la cultura britannica e quella nordamericana hanno avuto – e continuano ad avere – nel nostro paese. Accade così di sentir fare ricorso, nel linguaggio quotidiano, a termini quali chewing gum, happy hour, sandwich e cocktail. Ma fino a quando li utilizziamo in ambiti conviviali sono in pochi a storcere il naso entrati, come sono, oramai di diritto nel nostro vocabolario. Cosa diversa è, e lo ha recentemente sottolineato l’Accademia della Crusca, usare parole inglesi anziché italiane nei documenti che parlano di Covid e misure relative a scuola. Ma cosa è successo, ed a cosa si riferisce la Crusca?
Crusca condanna inglese nelle circolari
Il documento incriminato è – e già il titolo la dice lunga – “Indicazioni strategiche ad interim per la preparedness e readiness ai fini della mitigazione delle infezioni da Sars-Cov-2 in ambito scolastico“. Si tratta di un documento emanato dall’Iss e dai dicasteri di Istruzione e Salute sulle misure anti-virus inviato a presidi e insegnanti. Un miscuglio di termini inglesi, latini e burocratici in così poche parole che, secondo i linguisti dell’Accademia costituirebbe “Un atteggiamento assolutamente refrattario alla buona comunicazione.”
Secondo gli stessi rappresenta “un modo sbagliato di parlare di sanità a scuola”. Il motivo non è molto difficile da capire. Rende poco comprensibile a chi lo legge il significato di quanto contenuto. Gli stessi linguisti hanno dichiarato:
“Già il titolo di questo documento, con i termini tecnici ‘preparedness’ e ‘readiness’ sconosciuti alla quasi totalità degli italiani e di non facile interpretazione anche ricorrendo a dizionari inglesi, uniti al latinismo burocratico ‘ad interim’ (con probabile allusione al fatto che si tratta di norme provvisorie, suscettibili di modifica), mostra un atteggiamento assolutamente refrattario alla buona comunicazione (per tacere, inoltre, del pesante ‘burocratese’ della frase ‘ai fini della mitigazione delle infezioni da Sars-Cov-2 in ambito scolastico’)”.
Non solo: gli stessi esperti hanno evidenziato espressioni quali ‘setting scolastico’ nel corso del documento. Il parere, in definitiva, è di condanna “pessimo nella veste linguistica oscura e farraginosa“.
L’appello dell’Accademia della Crusca
Detta la sua, l’Accademia della Crusca ha deciso di rivolgere un appello ai ministeri invitandoli ad usare la lingua italiana per tutte le comunicazioni rivolte ai cittadini, in modo che siano quanto più comprensibili per la maggioranza degli italiani, che sono poi i destinatari delle stesse. Soprattutto considerando come la circolare in questione fosse indirizzata a presidi e insegnanti, e non a personale specializzato o addetti ai lavori dotati di particolari competenze.
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