Baby gang e cyberbullismo: il nuovo decreto sicurezza
Da settimane ormai si parla della possibilità di vietare i cellulari a scuola a tutti gli studenti (e anche ai docenti) in maniera tale da evitare forme di violenza in questi istituti. “Il bullismo è una persecuzione sistematica, quasi il 25% dei ragazzi ha subìto episodi di bullismo con una diminuzione, secondo degli studi, addirittura di attesa di vita, depressione ed abbandono scolastico. Non possiamo rimanere inerti. Ho proposto l’utilizzo dei lavori socialmente utili che sono già previsti nello Statuto degli studenti del 1978 ma non sono molto usati. Credo sia necessario, il ragazzo deve concepire che il suo ego ha dei limiti, lavorando per la collettività deve rendersi conto che è inserito in una dinamica sociale, non può essere lasciato solo con il suo ego ipertrofico“, aveva dichiarato in merito il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ma c’è di più.
Baby gang e cyberbullismo: vietati social network e movida
Nel nuovo decreto sicurezza del Governo però sembra esserci molto di più per contrastare le baby gang ed il cyberbullismo. In base alle prime anticipazioni, il decreto potrebbe prevedere un daspo urbano per i minori tra i 14 e i 18 anni non compiuti. Questo vuol dire che a questi ragazzi sarà vietato frequentare alcune aree, i locali pubblici e zone della movida. Sarebbero inoltre vietati gli incontri nei centri commerciali, in una piazza o edificio abbandonato. Tutto questo passerebbe poi anche alla forma digitale, privando gli stessi soggetti del cellulare oppure vietando l’utilizzo dei social network. Nelle prossime ore arriveranno ulteriori chiarimenti.
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Baby gang e cyberbullismo: cosa altro c’è nel Decreto sicurezza
Non solo lotta alle baby gang e al cyberbullismo nel nuovo decreto sicurezza. Tra i provvedimenti troviamo un ammonimento e pene più severe per chi minaccia le donne e non rispetta i provvedimenti già imposti, perciò una maggiore attenzione alla violenza sulle donne e al reato di stalking. Inoltre codice di comportamento per le Ong che effettuano salvataggi in mare e la possibilità di estendere l’utilizzo del Taser, la pistola elettrica che le forze dell’ordine già utilizzano come strumento di dissuasione.