Non deve essere stato piacevole trovarsi di fronte a delle parole tanto dure nei confronti di un bambino. Soprattutto se quel bambino è tuo figlio. Ancora di più se a bullizzarlo sono le sue maestre. E’ successo nella scuola elementare Carducci di corso Cavour, a Pavia. Protagonista della vicenda è il figlio di una donna, anch’essa insegnante presso la stessa scuola che, mettendosi al computer, ha avuto un’amara sorpresa. Si è ritrovata a leggere una chat tra maestre (lasciata aperta per sbaglio) che appellavano un bambino “pirla” o “di merda” per poi accorgersi – complice anche la foto postata da una di loro, che ritraeva il piccolo, seduto al suo banco con gli occhi bassi dopo una punizione – che si trattava di suo figlio.
A Pavia tre maestre bullizzano un alunno
Per la mamma-insegnante è stata una doccia fredda. I rapporti con le maestre “incriminate” non erano già da tempo dei migliori, con una in particolare non correva buon sangue. Ma da qui a vedere trattato in malo modo il proprio figlio ce ne corre. In particolare, la denuncia presentata dalla donna si riferisce ai mesi tra novembre e febbraio. La donna già ad ottobre si era accorta di un’insofferenza da parte del piccolo, che dopo qualche insistenza aveva ammesso di avere qualche problema con le sue maestre. Nulla di strano, pensa la mamma, può capitare che ci siano alcune incomprensioni, passerà.
A novembre, però, la situazione si aggrava con uno spiacevole incidente. Una delle maestre della chat avvisa la mamma che ha dovuto punire il bambino lasciandolo fuori dalla classe. Ma a seguito di richiesta di chiarimenti alla coordinatrice e alla stessa maestra, entrambe si dicono d’accordo sul fatto che si sia trattato di una punizione poco educativa. Chiarita la situazione, si cerca di andare avanti, quando un altro episodio si aggiunge alla vicenda. Alcuni fogli strappati da un quaderno di appunti familiari che il piccolo ha portato a scuola da casa erroneamente.
Bambino bullizzato dalle maestre, l’esposto della famiglia
Tutto quanto, naturalmente, è stato racchiuso nelle pagine di un esposto che la famiglia ha indirizzato alle autorità competenti. Prima di arrivare in questura, è giunto all’Ufficio scolastico regionale e provinciale, alla dirigente scolastica dell’istituto, al Difensore civico di regione Lombardia e alla diocesi di Pavia. I genitori del bambino sostengono che le i soprusi sul piccolo siano stati causati dai dissapori delle maestre con la madre, e che queste si siano volute vendicare sull’alunno.
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