Uno spiacevole episodio è avvenuto presso l’Istituto professionale Primo Levi di Parma, dove un insegnante e cinque studenti sono stati costretti a ricorrere alle cure mediche in ospedale a causa di un’azione vandalica da parte di alcuni studenti durante la ricreazione. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma, almeno un allievo dell’istituto avrebbe spruzzato uno spray contenente peperoncino, causando bruciore agli occhi e alle vie respiratorie dei presenti, che hanno dovuto essere soccorsi dal 118. Ma vediamo come sono andate esattamente le cose e cosa rischiano, adesso, i responsabili.
Docente in ospedale per spray al peperoncino
Le indagini dei carabinieri, intervenuti sul posto, hanno permesso di identificare uno dei ragazzi responsabili della “bravata”. In caso di accertamento dei fatti, il ragazzo potrebbe subire pesanti conseguenze disciplinari. L’episodio, purtroppo, non rappresenta un caso isolato nelle scuole italiane. Il dirigente scolastico Federico Ferrari, sentito sull’argomento, ha dichiarato che il problema dei comportamenti problematici dei ragazzi interessa prevalentemente il biennio iniziale della scuola. In un’intervista alla Gazzetta di Parma, ha sottolineato come i ragazzi di 14-15 anni sembrino essere diventati più difficili da gestire negli ultimi anni.
Secondo Ferrari, lo sforzo massimo della scuola è indirizzato a cercare di mantenere gli studenti all’interno del sistema educativo, evitando sospensioni o bocciature che potrebbero spingerli ad abbandonare gli studi e a prendere altre strade. Una delle possibili soluzioni, secondo il preside, potrebbe essere quella di avere classi meno numerose, con un massimo di venti studenti invece dei trenta attuali.
L’annosa questione delle classi pollaio
Il dirigente scolastico ha infatti evidenziato come le prime classi con 30-32 alunni siano difficili da gestire anche per insegnanti altamente qualificati come quelli che lavorano nella sua scuola. Si tratta di una problematica purtroppo comune a moltissime scuole italiane che non andrebbe sottovalutata dalle istituzioni. L’elevato numero di alunni per classe – le cosiddette classi pollaio – è un problema da tempo irrisolto in Italia, nonostante le numerose richieste degli insegnanti e degli operatori del settore. Anche il recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) sembra non aver affrontato il problema, nonostante gli ingenti finanziamenti previsti.
Eppure, sembrerebbe che le condizioni per ridurre il numero di alunni ci siano già: in particolare, la diminuzione del numero di nascite degli ultimi anni ha portato a un calo di oltre 100mila iscritti all’anno. Ciò avrebbe potuto consentire una riduzione delle quantità di studenti frequentanti una singola classe. E invece, i dati relativi alle prime classi degli istituti superiori del prossimo anno riconfermano la tendenza. Molte prime inizieranno le lezioni con almeno 27 alunni. La situazione rimane quindi preoccupante, considerando come allo stato dei fatti rappresenti non solo un ostacolo alla qualità dell’istruzione, ma anche alla gestione dell’ambiente scolastico.
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