Il suo nome è mokushoku, e significa “mangiare in silenzio”. Questo è quello che è stato chiesto di fare ai bambini giapponesi, a scuola, durante l’intervallo. Il tutto a causa del Covid. Ma adesso, a distanza di due anni e complice il calo dei casi, tale divieto è caduto. Fortunatamente, aggiungeremmo noi, anche perché una tale imposizione non è stata esente da preoccupazioni. In particolar modo quella che potesse ostacolare la crescita sociale ed emotiva dei piccoli. I bambini delle scuole giapponesi possono quindi tornare a parlare in tutta tranquillità tra di loro durante il pranzo.
In Giappone si può tornare a parlare a scuola
Tali restrizioni non potevano essere permesse ancora a lungo, avrebbero senz’altro influenzato lo sviluppo sociale ed educativo dei bambini di appena sei anni. Tra i primi a revocare il mokushoku c’è stato il consiglio per l’istruzione di Fukuoka, che ha dichiarato che avrebbe eliminato il divieto di conversazione all’ora di pranzo nelle scuole primarie e medie. A condizione che i piccoli parlassero a bassa voce, tuttavia. Anche se dovranno continuare a indossare la mascherina durante la pratica relativa al ringraziamento che viene pronunciato in coro prima di iniziare a mangiare.
Anche altre prefetture stanno allentando le proprie regole, forse spinte dalla revoca da parte del governo, avvenuta a marzo, delle misure relative al virus per la popolazione in genere. Lo si evince anche dal fatto che i funzionari scolastici abbiano la possibilità di scegliere, nel buon senso, se fare indossare le mascherine durante le lezioni di educazione fisica dopo l’aumento delle temperature.
La reazione dei genitori alla caduta dell’obbligo del mokushoku
Dopo due anni passati a mangiare in un silenzio assoluto – la pausa pranzo era scandita dal solo rumore delle stoviglie e, al massimo, da musica in filodiffusione – i bambini in Giappone possono tornare a chiacchierare con i propri compagni di classe durante il pranzo. Grazie naturalmente alla diminuzione dei casi di Covid.
In realtà, a sorprendere non poco sono state le reazioni di alcuni genitori di fronte all’allentamento di tali misure. Già, perché c’è chi ha affermato di essere ancora preoccupato per le possibili infezioni e di sperare, per questo, che i bambini continuino comunque a mangiare senza proferire parola.
“Mia figlia è abituata a mangiare in silenzio e sono sicura che non si sente sola come è con la sua famiglia quando torna a casa”
ha detto una madre.
Soddisfatta è invece Kenji Tanaka, preside della scuola elementare al Mainichi Shimbun, che spera che l’ora dell’intervallo torni ad essere un momento disteso e felice per i piccoli.
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