Era in cattedra da ben 20 anni, ma non aveva mai conseguito le lauree che diceva – anzi che aveva dimostrato con tanto di certificazioni false – di avere, unitamente ad un presunto diploma per l’insegnamento agli studenti disabili. E, una volta scoperta, è stata condannata ad un risarcimento di oltre 300mila euro di stipendi. Siamo a Monza, dove una donna ha svolto per due decadi, dal 2000 al 2021, la professione di insegnante di sostegno in diverse scuole delle Brianza. Adesso dovrà restituire tutti gli stipendi che ha regolarmente ricevuto ma impropriamente speso. Esattamente 314mila euro.
Insegnante da 20 anni ma con due lauree mai conseguite
Secondo le certificazioni in suo possesso allegate, come dovuto, alla presentazione della domanda per diventare insegnante, avrebbe conseguito una laurea in psicologia all’Università Cattolica di Milano e una in pedagogia all’Università di Parma. Entrambe, però, si sono rivelate essere false. Già, ma come si è giunti a smascherare la professoressa? Possiamo dire che, involontariamente, tutto sia partito proprio da lei.
Durante una gita, la donna aveva denunciato ai carabinieri di essere stata vittima di mobbing. Erano quindi subito scattate le indagini con i relativi controlli. E proprio in questa fase era emerso che la docente non solo non era in possesso dei titoli presentati, ma che aveva prodotto documentazione contraffatta dichiarando il falso al fine di ottenere i contratti di lavoro ai quali aspirava. Tale comportamento è stato valutato dai giudici doloso, e pertanto si è giunti a chiedere un risarcimento che andrà a favore del Ministero dell’Istruzione.
Condannata al risarcimento di più di 300mila euro
Tutto era iniziato nel 1999 quando la donna, pur di diventare insegnante al Meroni di Lissone (Monza), e poi qualche anno dopo all’Istituto Floriani di Vimercate, aveva presentato i due certificati di laurea falsi. A seguito delle indagini, che sono state avviate dopo la denuncia da parte dei carabinieri per truffa aggravata, falsità materiale commessa da privato ed esercizio abusivo della professione, si è scoperto che la donna non solo svolgeva indebitamente la professione di insegnante, ma anche quella di psicologa da libera professionista. La Corte dei conti lombarda, presieduta dal magistrato Vito Tenore, ha quindi inflitto la pesante condanna di risarcimento. La donna, oggi 53enne, dovrà sborsare l’equivalente degli stipendi ricevuti nel corso della sua carriera al Ministero dell’Istruzione e del Merito, ovvero il Ministero dell’Istruzione che ha acquisito tale nuovo nome il 4 novembre scorso a seguito della formazione del Governo Meloni.
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