Avete mai sentito parlare di Karoshi? Con tale termine di origine giapponese si intende “morte per troppo lavoro“. Non è raro, infatti, che i lavoratori giapponesi, sottoposti allo stress per troppo lavoro, si ammalino in maniera più o meno grave fino ad arrivare, in casi estremi, alla morte. Giornate lavorative che iniziavano presto e finiscono anche a mezzanotte sono più frequenti di quanto si pensi tra gli insegnanti giapponesi, tra i quali si sono registrati non pochi casi di morte per superlavoro.
Lavoro senza limiti per gli insegnanti giapponesi
In Giappone gli insegnanti lavorano tantissimo, ben oltre le ore previste da un ragionevole contratto di lavoro. E non si occupano solo di insegnare durante l’orario scolastico. Sono gravati, infatti, da compiti che vanno dalla pulizia alla supervisione degli spostamenti scolastici fino ai club del doposcuola. Gli ultimi dati che abbiamo a disposizione riguardo questo argomento consistono in un sondaggio condotto dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico risalente al 2018.
In base ai dai rilevati, si è scoperto che gli insegnanti delle scuole medie inferiori giapponesi lavorano 56 ore a settimana. Ricordiamo che la media delle ore di lavoro degli insegnanti nella maggior parte dei paesi europei sviluppati ammonta a 38. A far balzare il numero sarebbe la quantità di straordinari, che ogni mese si aggirano sulle 120 ore.
Gli insegnanti giapponesi stanno diventando dei “tuttofare”
Naturalmente gli insegnanti giapponesi hanno manifestato il loro malcontento segnalando come stiano arrivando ad un punto di non ritorno, ne va della loro salute fisica e mentale. Ma, nonostante le autorità abbiano ordinato l’esternalizzazione e la digitalizzazione di alcune attività, gli insegnanti rimangono impegnati in una serie di compiti che non sarebbero neanche di loro competenza. Dalla distribuzione del pranzo alle sessioni di pulizia insieme agli studenti, stanno diventando dei veri e propri tuttofare.
Il ministero dell’Istruzione ha diramato alcuni dati che dimostrano un graduale calo degli straordinari, ma secondo gli esperti la situazione rimane comunque preoccupante. Secondo quanto dichiarato dal consulente di gestione scolastica Masatoshi Senoo, molte responsabilità dei genitori vanno a ricadere sui professori che si ritrovano, così, a doversi scusare con i residenti quando gli studenti si comportano male nei parchi. Oltre a seguire gli alunni nell’ambito delle attività sportive e culturali dei “club” che frequentano, molto spesso perfino nel fine settimana o nei giorni di vacanza. Dovendo così dire addio al proprio tempo libero.
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