E’ iniziato tutto con lo svolgimento di un comunissimo tema di italiano, uno di quelli che tutti, probabilmente, ci siamo ritrovati a svolgere alle scuole medie o nei primi anni delle superiori. Il titolo… “Quella volta che…“. Solo che in questo caso, quello che doveva essere un comune compito in classe si è trasformato nella scoperta di una triste e sofferta verità. Facendo venire a galla una realtà ben nascosta fatta di abusi. Cosa è successo?
Il tema di Ilaria: “L’istruttrice mi chiama ippopotamo”
La protagonista di questa vicenda è Ilaria, una ragazzina con una grande passione, quella per la ginnastica ritmica. Passione che da grande gioia e soddisfazione ha iniziato a causarle angoscia. Già, perché la sua istruttrice ha iniziato a vessarla, insultarla ed umiliarla. E lo racconta nel suo tema in classe, che la sua professoressa di italiano ha deciso di fare leggere alla madre. Questa, insieme al marito, si è attivata immediatamente mettendo a conoscenza la Procura della Federginnastica.
Non è arrivato altrettanto immediatamente il provvedimento contro l’istruttrice. Dopo mesi di verifiche ed accertamenti finalmente questa è stata punita con un mese di sospensione. Ma non finisce qui. La mamma di Ilaria insieme a quella di un’altra ragazzina, anch’essa atleta di ginnastica ritmica, ha raccontato quanto è venuta a sapere a Daniela Simonetti, presidente dell’associazione ChangeTheGame. La quale le ha invitate a denunciare.
Il tema di Ilaria, una verità venuta a galla
Bene. Ma cosa c’era scritto dentro quel tema? Perché ha provocato tutto questo scalpore oltre che la preoccupazione dalla madre della ragazzina? Ne riportiamo sotto qualche passaggio.
“Quella volta che…
Finito il riscaldamento, facciamo le spaccate dalle sedie, ci guardavamo, il nostro umore era cambiato perché sapevamo cosa ci aspettava. Finite anche le spaccate, prendiamo gli attrezzi, cominciamo a ripassare gli esercizi; arriva il momento in cui dobbiamo farlo davanti a lei, alla nostra istruttrice che fino a quel giorno ci aveva offeso e detto le peggio cose.
E ancora…
Tocca a me, avevo ansia, ero spaventata. Durante l’esercizio comincia a urlare di tutto e di più, comincia a chiamarmi in tutti i modi: “Maiale che si rotola nel fango”, “porchetta”, “ippopotamo”. Già lì ero a pezzi, era solo metà esercizio, volevo fermarmi, non continuare l’esercizio (tanto sarebbe solo peggiorato), però non potevo. Alla fine dell’esecuzione mi dice tutte le correzioni, ma non si limita a questo, mi dice che non ero capace, che ero pesante nei movimenti, che non andava bene, e soprattutto una cosa che mi fece stare davvero male: “CAMBIA SPORT”.
Un altro passaggio del tema che non può che fare riflettere:
Ho provato tante emozioni contrastanti. NON CE LA FACEVO PIU’! Non mi sentivo adatta, mi sentivo di troppo, mi sentivo brutta, volevo dimagrire, in quel momento volevo solo sparire, ero in imbarazzo. Tutte le mie compagne mi fissavano. Stavo male anche perché loro, durante le esecuzioni, le lodava. Faceva dei paragoni tra noi, anche se loro erano a un livello più basso.
Il tema si era concluso con la volontà di Ilaria di voler rinunciare alla sua più grande passione. La ragazzina voleva infatti smettere di fare ginnastica ritmica. Fortunatamente, lei e la sua compagna hanno poi cambiato società sportiva, ed oggi si allenano ancora duramente, ma con il sorriso.
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