Nuova (quasi) estate, nuova circolare. Eh sì, perché ormai lo sappiamo, all’arrivo dei primi caldi tornano – puntuali come un orologio svizzero – le circolari dei dirigenti scolastici che affrontano la delicata questione del dress code scolastico. Questa volta è il turno della dirigente del liceo magistrale Siciliani di Lecce, Vittoria Italiano, che ha invitato sia gli studenti che i docenti a rispettare un abbigliamento adeguato per motivi di decoro e rispetto dell’Istituzione scolastica. Vediamo cosa ha scritto.
No all’abbigliamento da spiaggia o discoteca a scuola
Nel documento, la preside Italiano ribadisce l’importanza di rispettare un abbigliamento adeguato per preservare il decoro e il rispetto dell’Istituzione scolastica e di tutti i membri della comunità educativa. Con l’intento di evitare possibili fraintendimenti, la preside ha esplicitato quali sono, secondo lei, gli indumenti considerati inappropriati per l’ambiente scolastico. Si tratta di abiti che richiamino le tenute balneari o il vestiario da discoteca. Di conseguenza, ha vietato l’uso di infradito, minigonne e canotte, considerati non consoni al contesto scolastico.
Ma, lo sappiamo bene, la circolare della preside non è che una delle tante. Il dibattito sulla libertà di espressione individuale e sui limiti imposti dalle regole scolastiche non è di certo cosa nuova, e torna puntuale ad accendersi in questo periodo dell’anno. La decisione di stabilire un dress code mira a creare un ambiente educativo sereno e rispettoso, promuovendo valori come l’appropriatezza e il decoro.
Le polemiche suscitate dalla circolare sul dress code scolastico
Tuttavia, come accaduto in passato, circolari di questo tipo non sono esenti da polemiche. Alcuni studenti tendono ad interpretare le regole imposte come una limitazione della loro libertà di espressione personale, sostenendo che l’abbigliamento dovrebbe essere una scelta individuale e che, come tale, non dovrebbe essere imposto. Se una cosa è certa, è che da qui alla fine dell’anno scolastico probabilmente questa non sarà l’unica circolare a far storcere il naso ai ragazzi. Se facciamo un piccolo salto nel passato, i casi sono stati diversi. Alcuni più eclatanti degli altri.
Un esempio su tutti è stata la protesta effettuata da parte degli studenti di un istituto dell’hinterland milanese contro le regole sull’abbigliamento che hanno deciso di andare a scuola in ciabatte. O la decisione presa qualche mese fa dall’istituto salesiano E. di Sardagna di Treviso con l’obiettivo di promuovere un ambiente scolastico adeguato e rispettoso vietando, con apposita circolare, gonne, canotte, top o maglie scollate, pantaloncini sopra il ginocchio, infradito e stampe in classe.
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