Si chiama Emiliano Raspi e di professione fa l’insegnante di storia e filosofia nel liceo scientifico Carducci di Volterra (Pisa), ed ha rinunciato a partecipare al mondiale pur di portare alla vicina maturità i suoi alunni. Un grande esempio di rispetto nei confronti dei ragazzi che accompagna da ben 5 anni e che sono prossimi al diploma. Il docente, classificato per la finale dei 100 metri del 29 giugno a Tempere, in Finlandia, non parteciperà proprio per non “abbandonare” i suoi alunni, così vicini ad una delle prove più importanti.
“Non posso tradire il rapporto di fiducia” ha dichiarato Raspi che, oltre che professore, è anche un campione europeo master di atletica per i 100 metri, con due medaglie d’oro ai campionati italiani amatori nel curriculum.
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Il professore campione di atletica rinuncia al mondiale
Il professore è sicuramente un tipo tosto: compare, infatti, nella classifica dei migliori primi otto atleti master al mondo. Ma non è stato tutto rose e fiori, nella sua carriera sportiva. Dopo aver subito un grave infortunio, si è rimboccato le maniche e, con grandi sacrifici, si è rimesso in carreggiata. Arrivando, appunto, a classificarsi per la suddetta finale. Finale alla quale, lo ha detto già, non parteciperà. E non per qualche capriccio o per paura: si tratta di una motivazione decisamente più nobile, quella di non privare i suoi alunni del suo sostegno nell’ambito degli esami di maturità.
E’ l’amore per l’insegnamento e per i suoi studenti a prevalere sulla competitività. Ciò si evince nettamente da un suo post condiviso sul suo profilo Facebook nel quale si legge:
Credo che il mio mestiere, almeno per come lo interpreto io, non sia solo un lavoro. Ai miei studenti chiedo molto, oltre che allo studio ovviamente, soprattutto dal punto di vista emotivo, nella cura del rispetto per il prossimo e nel coltivare un minimo di educazione, intesa nel senso più alto del termine. E inevitabilmente capita, così, che nel corso del triennio si instauri con gli alunni un rapporto di fiducia reciproco che, in tutta sincerità, non me la sono sentita di tradire.
E ancora:
Investire nei sentimenti, come ho sempre fatto nella vita, mi ha portato a costruire un (mio) piccolo mondo immensamente ricco (altro che soldi!) e pieno di soddisfazioni, ma so anche che l’edificazione di un luogo (immaginario e non) così bello, come tutte le cose su questa terra, a volte richiede di pagare un prezzo, anche salato.
Il professore si chiede, inoltre, se i suoi alunni abbiano realmente capito la portata del suo gesto, uno dei migliori insegnamenti di vita che abbia potuto trasmettere loro. Il rifiuto di un tradimento, in sostanza, che nasconde una manifestazione di assoluto rispetto.
Una decisione presa in autonomia
E, ai maligni che se lo stessero chiedendo, rispondiamo subito che no, il professore non è stato “costretto” a tale scelta. Non ha subito pressioni da nessuno, né dalla preside, né dai genitori, né tantomeno dai suoi studenti. Si tratta di una decisione che, seppure totalmente convinto, non ha preso a cuor leggero. Come ha dichiarato, infatti:
Non vi nascondo che mi è costata tantissimo, per mille motivi, a partire dalle terapie dolorosissime (e costose) che ho dovuto sopportare per rimettermi in sesto dopo un bruttissimo infortunio passando dai sacrifici a cui ho sottoposto la famiglia per potermi allenare regolarmente, fino ad arrivare all’impossibilità di realizzare un sogno, ovvero quello di essere tra i pochi master in Italia ad aver partecipato a tutte le finali più importanti del panorama mondiale ed europeo.
Non resta che fare un dovuto elogio al professore sperando che, come lui stesso si auspica, i suoi alunni in futuro possano mettere a loro volta il rispetto per gli altri prima di tutto.
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