A Roma sta per essere adottata una nuova disciplina per l’utilizzo dei social in ambito scolastico. In particolare, saranno vietate le comunicazioni private tra docenti e alunni e le famiglie di questi ultimi. La decisione, probabilmente, è stata influenzata anche dalle recenti vicende. Quelle che hanno avuto come protagonisti la preside di un istituto romano ed uno studente dell’ultimo anno. I dirigenti scolastici tengono a precisare come la nuova regolamentazione imiti quanto già avvenuto nelle scuole di Francia e Inghilterra. E aggiungono che si tratta non solo di regole di insegnamento, ma anche di comportamento.
Come ha dichiarato a Il Messaggero Mario Rusconi, presidente di ANP Lazio: “Vogliamo che ci siano delle regole ben precise” […] “Durante la riunione pre-pasquale i dirigenti scolastici aderenti all’associazione hanno concordato un corposo elenco di regole disciplinari”. Ma in cosa consistono queste nuove regole? Andiamo con ordine.
Divieto di messaggi tramite i social
Innanzitutto, i social e le chat private non potranno essere utilizzati per comunicazioni tra alunni, famiglie e insegnanti o personale scolastico. Tutte le conversazioni tra questi dovranno avvenire tramite la scuola. Ad eccezione delle comunicazioni urgenti o impellenti, quali ad esempio lezioni sospese o gite cancellate all’ultimo momento per le quali non si possa ricorrere a comunicazioni ufficiali tempestive. Il motivo di tale divieto sta nella necessità di assicurare che non si vengano a creare equivoci. E, probabilmente, anche per correre ai ripari a seguito delle chat intercorse tra la preside e l’alunno del quinto superiore alle quali abbiamo accennato in apertura.
Alunni non potranno postare nulla sulla propria scuola
Le nuove regole interesseranno anche gli studenti: non potranno postare in rete nulla che possa ledere l’immagine dell’istituto che frequentano. Chi venisse trovato a scrivere commenti, a condividere foto o post sui social verrà sottoposto a contromisure. Nello specifico sanzioni quali – probabilmente – ore di volontariato con lavori socialmente utili.
Ricordiamo come – così come riportato da Orizzonte Scuola – i criteri generali che regolamentano l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio sono riconducibili al Contratto integrativo di istituto, un documento che viene sottoscritto dal Dirigente scolastico, le RSU e i Rappresentanti Sindacali Provinciali presenti. Ciò che è certo, è che non è consentito ricorrere a WhatsApp per divulgare gli adempimenti previsti dalla legge. Ciò significa che, ad esempio, la chat non può mai sostituire la pubblicazione di una circolare sul sito internet istituzionale della scuola.
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