Scuole piene a Bologna: cos’è successo
“È obbligatoria l’istruzione impartita per almeno 10 anni e riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni“, si legge sul sito del MIUR. Tuttavia non è sempre facile trovare una scuola pronta ad accoglierti. È il caso del figlio di Luigi che lo scorso settembre si è iscritto al liceo classico Minghetti. Poco dopo è stato costretto a rimanere a casa ben 20 giorni a causa del Covid e visto che in questo caso non si possono fare verifiche e interrogazioni, purtroppo ha avuto molte difficoltà al suo rientro. Per questo motivo a dicembre alcuni docenti gli hanno consigliato di cambiare scuola per non perdere l’anno e da qui è iniziata la “via crucis”.
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Scuole piene a Bologna: il caso
“È stata una via crucis perché nessuno dei licei che avevamo contattato, da quello di Casalecchio, passando per il Laura Bassi e il Mattei di Bologna, aveva posto per mio figlio“, ha dichiarato il signor Luigi, come riporta Il Corriere di Bologna. Ha scritto al provveditorato, ha fatto telefonate, inviato pec, ma niente. Nessun riscontro. Preso dalla disperazione ha iscritto il figlio ad una scuola privata, ovviamente con una grande spesa da sostenere per la retta annuale. Ha riprovato però a tornare in una scuola pubblica per il secondo anno di liceo del ragazzo. Anche in questo caso è ricominciata l’odissea. La famiglia ha subito provato ad inserirlo in un qualsiasi liceo di Scienze Umane, visto che si tratta del percorso prediletto dallo studente. C’è stato un nuovo contatto con il Mattei che aveva confermato tutto, ma a pochi giorni dall’iscrizione ci ha ripensato, rigettando la proposta.
Scuole piene a Bologna: il lieto fine
Visti i precedenti è meglio usare il condizionale, tuttavia sembra che il Laura Bassi sia propenso ad accogliere il figlio di Luigi: “Un documento che dica nero su bianco che lui possa rientrare ancora non lo abbiamo, ma ci sono delle mail che lo confermano. Non possiamo ancora perfezionare l’iscrizione perché mi manca l’attestazione di idoneità dal momento che, avendola conseguita in una scuola privata accreditata, non può essere autocertificata e deve essere necessariamente prodotta da loro. Abbiamo solamente una mail di riscontro e spero che questa volta possa essere sufficiente. Sono rimasto tremendamente deluso nel vedere che queste cose succedono in una città come questa, che vuole essere l’emblema dell’accoglienza, di servizi che funzionano, del sistema messo al servizio dei cittadini: non è vero niente“.