Studente ferito a scuola con un righello: cos’è successo
Ha fatto molto discutere la storia di uno studente di 14 anni rimasto ferito in un istituto superiore di Chieti per uno scherzo dei suoi compagni che hanno messo un righello spezzato metallico sulla sedia. Il ragazzino è stato poi operato e per questo motivo il papà ha annunciato che vuole procedere sia a livello pensale, sia a livello civile. Anche se attualmente la denuncia ancora non è stata formalizzata le indagini sono già partite in quanto la vittima di quanto accaduto è un minorenne. Secondo quanto riporta Il Messaggero a procedere sono sia la Procura teatina sia quella dei minori rispettivamente per accertare eventuali responsabilità di soggetti maggiorenni e quella dei minori per quanto successo.
Studente ferito a scuola con un righello: il fatto
Nel frattempo l’“arma” utilizzata, perciò il righello metallico, è stata sequestrata dalla Squadra Mobile, inoltre in ospedale sono stati prelevati gli indumenti che lo studente aveva al momento dell’incidente, quindi i pantaloni, un paio di jeans, e gli slip. Il ragazzo era distratto da un compagno, quando l’altro reggeva il righello che ferito il giovane. Ancora non sono stati interrogati gli altri presenti in classe e gli stessi professori. Fortunatamente uno degli alunni si sarebbe reso subito disponibile a raccontare l’accaduto ed è anche per questo che si aspetta la delega a indagare da parte della Procura. Gli autori dello scherzo finito male potrebbero essere chiamati al Tribunale dei Minori mentre invece sul piano civile sarebbe il Ministero dell’Istruzione e del Merito a rispondere.
Studente ferito a scuola con un righello: la situazione del bullismo
“Il bullismo è una persecuzione sistematica, quasi il 25% dei ragazzi ha subìto episodi di bullismo con una diminuzione, secondo degli studi, addirittura di attesa di vita, depressione ed abbandono scolastico. Non possiamo rimanere inerti. Ho proposto l’utilizzo dei lavori socialmente utili che sono già previsti nello Statuto degli studenti del 1978 ma non sono molto usati. Credo sia necessario, il ragazzo deve concepire che il suo ego ha dei limiti, lavorando per la collettività deve rendersi conto che è inserito in una dinamica sociale, non può essere lasciato solo con il suo ego ipertrofico“, ha detto in merito alla situazione del bullismo qualche settimana fa il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
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