L’assessora comunale alla scuola di Bolzano, Johanna Ramoser, ha lanciato la proposta di introdurre un test d’ingresso per gli studenti italiani che vogliono accedere alle classi delle scuole in lingua tedesca. Questa iniziativa ha riacceso il problema etnico tra i due gruppi linguistici, che è da sempre particolarmente sentito in Alto Adige, ed ancora di più in ambito scolastico. Ciò è testimoniato anche dal fatto che già negli anni ’70 e ’80 fosse prevista una selezione per l’accesso negli istituti di lingua tedesca, soprattutto negli asili e nelle prime classi delle scuole elementari.
Statuto d’autonomia, cosa dice
Secondo la Ramoser, i genitori protestano perché nelle classi si parla troppo in italiano. Ha quindi annunciato che scriverà agli assessori provinciali della scuola dei due gruppi linguistici per proporre l’inserimento del test d’ingresso. Ad essere contrario, tra gli altri, è l’assessore provinciale in lingua italiana Giuliano Vettorato, che ha definito il test “surreale”, sottolineando come la Costituzione italiana dovrebbe essere rispettata. E cita a sostegno della sua tesi la normativa in merito.
Questa è delegata allo Statuto d’autonomia che, all’articolo 19 stabilisce che “L’iscrizione dell’alunno alle scuole della Provincia di Bolzano avviene su semplice istanza del padre o di chi ne fa le veci. Contro il diniego di iscrizione è ammesso ricorso da parte del padre o di chi ne fa le veci alla autonoma sezione di Bolzano del Tribunale regionale di giustizia amministrativa.”
L’annosa questione linguistica a Bolzano
Così come si legge sul sito ufficiale della Provincia Autonoma di Bolzano, la parte più consistente della popolazione è costituita dal gruppo tedesco, che nella vita quotidiana preferisce utilizzare il dialetto sudtirolese alla lingua tedesca «alta». Il secondo gruppo linguistico è quello italiano. Ma ce n’è anche un terzo, quello ladino, che è il più antico della provincia.
In questo momento storico, gli istituti in lingua italiana in Alto Adige sono frequentati dal 22% di stranieri e quelli tedeschi dall’8%. Era inevitabile che la proposta dell’assessora suscitasse dibattiti e polemiche in Alto Adige, evidenziando ancora una volta la complessità della questione linguistica e culturale nella regione. Le scuole, in particolare, giocano un ruolo di primo piano nella “questione linguistica” della provincia autonoma. Se da decenni si assiste alla convivenza del gruppo tedesco e di quello italiano, la realtà del bilinguismo è solo potenziale, non reale. E non è un caso che da decenni le istituzioni mettano in pratica iniziative e provvedimenti che mirano a far sentire entrambi i gruppi linguistici rappresentati per far sì che possano convivere in modo armonioso.
Leggi anche:
- Addio alla scuola bilingue per mancanza di personale? “Un’eccellenza mandata in malora”
- Laurea Magistrale in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale
- Maestra spiega l’anatomia indossando un curioso costume (che diventa virale)