All’Università di Bari arriveranno dei dispenser per la vendita di assorbenti a basso prezzo. Prevista dal decreto 752 del 30 giugno 2021, l’iniziativa è stata deliberata dal senato accademico, ed annunciata dall’associazione studentesca Link. Una bella notizia dopo anni di lotte su una questione spinosa come questa. Già, perché fino ad ora, gli assorbenti, il cui uso da parte delle donne non può proprio essere considerato una scelta. Bensì una necessità, sono stati tassati quasi fossero beni di lusso.
Dispenser per assorbenti a prezzi calmierati
Così come l’associazione ha spiegato a Repubblica:
“Il decreto 752 del 30 giugno 2021 emanato dal ministero dell’Università e della Ricerca disciplina lo stanziamento di fondi destinati a una serie di servizi per le studentesse e gli studenti. È stato deliberato dal senato accademico dell’Università di Bari che parte di questi fondi saranno destinati all’installazione di dispenser di prodotti igienici, tra cui assorbenti, in quattro punti diversi dei dipartimenti, venduti a un prezzo calmierato”.
In Italia, così come in diversi altri Paesi del mondo, esiste una lista di prodotti considerati beni di prima necessità. Si tratta prevalentemente di prodotti alimentari o di libri. E, in quanto tali, vengono tassati in misura minore, per renderne possibile l’acquisto anche da parte di chi abbia inferiore disponibilità economica. Attualmente, una confezione di assorbenti contenente circa 14 pezzi ha un prezzo di almeno 4-5 euro. Considerando come ogni donna in un mese ne acquisti in media due confezioni, si tratta di una spesa che va comunque ad incidere sul bilancio familiare. La scelta di dotare l’università di un dispenser presso il quale poterli acquistare ad un prezzo ragionevole costituisce un passo importante nel combattere l’idea che tamponi e assorbenti siano considerati beni di lusso.
Dopo due anni la vittoria
La richiesta relativa all’installazione di tali dispenser risale a due anni fa. Finalmente è stata accolta e sta per diventare effettiva. Si dice soddisfatta l’associazione, che ha dichiarato:
“Questa è una vittoria storica per la nostra comunità studentesca poiché significa che l’università si mostra attenta alle richieste degli studenti e sensibile a tematiche sociali – concludono dall’associazione.
Sempre in tale ambito, lo stesso sindacato aveva già provveduto ad installare delle tampon box nei bagni degli diversi edifici dell’Università della città. Scatole messe a disposizione di chi volesse lasciare un assorbente per chi ne avesse bisogno. E dalle quali poterne prendere uno nel caso in cui servisse.
“Ci battiamo da sempre riguardo la tematica del tabù del ciclo mestruale: riteniamo fermamente che il ciclo non sia lusso e che non possa essere tassato come se lo fosse”.
ha aggiunto.
Leggi anche:
- iPad obbligatorio a scuola: il caso dell’istituto Mazzini Modugno di Bari
- Tragedia in una scuola di Bari: custode ferisce collega, poi si suicida