Di scuole che cadono a pezzi, in Italia, abbiamo molti esempi. Alcuni sono anche legati a tristi pagine di cronaca per edifici venuti giù, magari a seguito di un terremoto, con all’interno degli studenti. Fortunatamente non è questo il caso anche se è comunque inaccettabile, nel 2022, andare in aula con l’ombrello. E’ quello che succede all’Università degli Studi di Ferrara, dove come è stato segnalato da alcuni studenti al sito Estense.com, nell’aula studio Mortara studenti e studentesse sono stati costretti ad abbandonare le aule (o a restarci aprendo l’ombrello) per via delle infiltrazioni di acqua provenienti dal soffitto e dovute ai primi forti temporali della stagione.
Università di Ferrara, in aula con l’ombrello
E’ esattamente questo che ha segnalato LINK, il Coordinamento Universitario, anche in un post su Instagram nel quale si legge che molte università, in particolare quella di Ferrara, non sono sicure a causa dell’edilizia pericolante. In molti edifici i soffitti non hanno retto mettendo in serio pericolo l’incolumità dei presenti e costringendo studenti e professori a mettere in atto evacuazioni di massa. Si tratta di una situazione inaccettabile alla quale bisogna porre rimedio. E proprio questo chiedono gli studenti, che il loro diritto allo studio venga garantito con investimenti mirati a risanare la compromessa situazione edilizia degli edifici che frequentano giornalmente e che dovrebbero costituire luoghi sicuri. “Non possiamo ancora continuare a scegliere tra sicurezza personale e diritto allo studio, vogliamo investimenti ora!”, hanno fatto sapere.
Le richieste degli studenti
Siamo nell’edificio Mammuth, che è quello nel quale risiede la facoltà di Economica. Se qualcuno ha preferito tornare a casa non esponendosi a rischi per la propria persona, c’è chi ha deciso di continuare comunque a seguire le lezioni armandosi di ombrello per schivare le gocce di acqua provenienti dall’alto. Ma una situazione che a prima vista potrebbe far sorridere, cela non poche preoccupazioni. E suscita le proteste di quegli studenti che quei locali li frequentano quotidianamente.
“Non ci servono misure a progetto, come quelle già previste nell’attuale Fondo Edilizia, che paradossalmente penalizzano gli atenei che più avrebbero bisogno di quei finanziamenti. Rivendichiamo un tavolo di contrattazione nazionale che garantisca degli interventi finanziati fino al 100% dallo Stato, e non al 60% come è attualmente, garantendo la trasparenza delle gare di appalto. Non ci stiamo più a fare buttare i nostri soldi in convenzioni edilizie con Imprese, a cui dellə studentə interessa poco, e che non garantiscono la qualità degli investimenti.
Hanno diffuso.
Leggi anche:
- Gelo in classe, la protesta degli studenti di Genova “Non vogliamo pagare noi il rincaro bollette”
- Furto di PC a scuola: 15enne si autodenuncia, ma era stato minacciato con un coltello
- Crolla un soffitto a scuola, gli studenti in protesta