L’Omnicomprensivo “Fanfani-Camaiti” di Pieve Santo Stefano, nell’aretino, ha vissuto un brutto risveglio, ieri, a causa di un atto vandalico che ha devastato le aule, distrutto le lavagne interattive e danneggiato gli strumenti informatici. Secondo le prime indagini, si tratta di un atto di vandalismo commesso da individui che si sono introdotti a scuola durante la notte entrando attraverso una finestra dell’istituto, posta sul retro dell’edificio, che non si chiudeva bene. Vediamo come sono andati, nel dettaglio, i fatti.
Danni a scuola per 60mila euro
I vandali hanno distrutto vetri, rovesciato piante e causato danni notevoli, con un danno stimato tra i 50 e i 60 mila euro. Quella che non può essere considerata una semplice bravata, ha creato numerosi disagi agli studenti ed al personale scolastico tra docenti e collaboratori, rendendo necessaria la sospensione delle lezioni ed il trasferimento di tutti nella palestra.
Le indagini sono state affidate ai Carabinieri della Compagnia di Sansepolcro, che hanno iniziato ascoltando il personale docente. Esiste fortunatamente un dettaglio importante che potrebbe portare gli inquirenti a individuare i colpevoli: l’autore (o uno di questi, in quanto non è chiaro, al momento, quanti fossero) del gesto si sarebbe ferito lanciando dei pugni alle Lim, perdendo sangue e lasciando quindi una traccia che potrebbe essere utilizzata per identificarlo. Gli inquirenti stanno puntando anche sul fatto che il o i colpevoli, dovesse/ro conoscere molto bene la scuola, in quanto hanno deciso di introdursi proprio in una parte di questa non collegata ad alcun allarme. E priva di telecamere di sorveglianza. Ciò farebbe presumere che conoscano bene gli ambienti, facendo restringere ancora il cerchio dei possibili sospettati.
Ennesimo episodio di vandalismo a scuola
L’episodio rappresenta un grave atto di vandalismo che, nonostante gli ingenti danni arrecati, va ben oltre la mera distruzione di materiali scolastici. Non è il primo caso e, anche se non ce lo auspichiamo, probabilmente non sarà neanche l’ultimo. Se una cosa è certa, però, è che rimane una piaga piuttosto preoccupante che sarebbe bene fare in modo di arginare. Magari sensibilizzando gli studenti affinché ne comprendano le conseguenze e il danno che possono causare. Magari anche aumentando la sorveglianza, o inasprendo le punizioni affinché siano di monito per prevenire il ripetersi di tali azioni. Adesso si attende che le indagini facciano il loro corso e che portino all’identificazione degli autori del gesto.
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