Il Consiglio dei Ministri ha approvato le nuove riforme riguardo la condotta scolastica e i sistemi di valutazione degli alunni. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha promosso il progetto legislativo, il quale prevede che al voto di condotta nelle scuole si debba attribuire più importanza. Ogni studente, sin dalle scuole secondarie di primo grado, sarà valutato dai docenti in modo adeguato, e il voto finale sul comportamento influirà sia sulla media scolastica, sia sulla eventuale promozione o bocciatura.
La normativa corrente delibera che ogni studente dovrà avere almeno la media del 6 per essere promosso. Chiunque abbia un voto uguale a 6 nella valutazione comportamentale, dovrà essere “promosso con riserva” all’anno successivo. Infatti, per confermare la promozione, l’alunno dovrà rimediare al debito formativo previsto in questi casi. L’esame di recupero sarà, quindi, caratterizzato da un test scritto in cui saranno presenti domande relative alla Costituzione Italiana e sui principi della cittadinanza. Inoltre, tutti gli studenti che a fine anno scolastico si presenteranno con un voto in condotta uguale o inferiore a 5, saranno soggetti a bocciature, indipendentemente dall’esito delle altre materie.
Le riforme hanno anche previsto nuove direttive per quanto riguarda le sospensioni. Non è considerato un allontanamento da scuola se la sospensione dovesse essere massimo 2 giorni, ma l’allievo sospeso dovrà seguire tutte le lezioni nella propria aula, con anche un eventuale proseguimento delle ore, dedicandole allo studio e al ripasso. Qualora ci fosse una sospensione maggiore ai 2 giorni, lo studente svolgerà dei servizi specifici a favore della cittadinanza in strutture concordate dagli istituti. Tutte le procedure, sull’eventuale sospensione del ragazzo, verranno stabilite direttamente dal Consiglio di Classe.
L’importanza del voto in condotta
La valutazione del comportamento in pagella è sempre stata fondamentale? Fino al 2017, il voto in condotta aveva una propria importanza, ma le riforme previste da Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dell’epoca, ne avevano stabilito l’abrogazione. Le direttive vigenti del Governo, invece, vogliono riportare questa valutazione in primo piano, ridandole rilevanza, poiché il voto in condotta influirà sul rendimento scolastico finale dello studente.
La situazione degli allievi della scuola secondaria di primo grado e quelli di secondo grado, sarà molto simile. Infatti, se un alunno di un liceo dovesse avere 6/10 in comportamento, sarà invitato a stilare una relazione scritta sui valori della cittadinanza e della Costituzione. L’elaborato sarà analizzato dal Consiglio Docenti, il quale valuterà lo scritto e deciderà, di conseguenza, la promozione o bocciatura dello studente.
Insomma, il Governo ha previsto delle direttive ben precise riguardo la valutazione del comportamento da parte del personale docente, per ridare autorevolezza e fiducia alle istituzioni e al personale scolastico, i quali hanno in parte le “redini” per educare i ragazzi delle nuove generazioni.
Giorgia Meloni ha supportato totalmente le decisioni deliberate dal Consiglio dei Ministri, poiché secondo la Premier, l’obiettivo della scuola italiana dovrebbe incentrarsi sul ritorno al rispetto delle istituzioni e della cultura, riportando al centro il ruolo dei docenti.
Importanti sono state anche le riforme sugli Istituti Tecnici e Professionali, che entreranno in vigore dall’anno scolastico 2024/2025. E’ previsto, infatti, un percorso formativo di soli 4 anni e non più di 5, ai quali sono annessi altri 2 anni dove gli alunni potranno stabilire se continuare la preparazione professionale tramite gli istituti di specializzazione post-diploma (ITS Academy).