Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha recentemente pubblicato le nuove Indicazioni nazionali per i programmi scolastici, suscitando un acceso dibattito nel mondo della scuola italiana. Questa revisione, guidata dalla Commissione della pedagogista Loredana Perla con l’approvazione del ministro Giuseppe Valditara, sta dividendo esperti e docenti con valutazioni contrastanti sul cambio di rotta proposto.
Analisi delle nuove Indicazioni nazionali
Le nuove Indicazioni nazionali pubblicate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito rappresentano un significativo cambio di rotta rispetto al documento del 2012. Tra le modifiche più rilevanti emerge un incremento sostanziale dei contenuti obbligatori: nella scuola primaria si passa da 5 a 23 contenuti vincolanti, mentre nella secondaria di primo grado da 5 a 33. Questo aumento viene duramente criticato dagli esperti, che lo interpretano come un “blocco alla libertà di insegnamento”.
La revisione è caratterizzata da un approccio che molti definiscono un ritorno al passato. Nelle discipline umanistiche si nota una tendenza alla “genealogia della nazione”, con un’impostazione che privilegia la narrazione storica tradizionale. Per quanto riguarda la grammatica, si evidenzia un ritorno a metodi normativi considerati superati.
Le critiche specifiche dei docenti ed esperti
Gli storici, rappresentati da Antonio Brusa, criticano il passaggio allo studio della genealogia della nazione, lamentando l’imposizione di contenuti obbligatori che limitano la libertà d’insegnamento. Gli italianisti, con Silvia Tatti, evidenziano la mancanza di coinvolgimento e un ritorno alla grammatica normativa tradizionale.
Per i matematici, Alessandra Mariotti sottolinea come le nuove indicazioni siano disomogenee e incomprensibili, distruggendo il lavoro di accettazione fatto con il documento del 2012. Isabella Marini degli insegnanti di scienze naturali denuncia una visione obsoleta della biologia, paragonabile ai programmi degli anni Cinquanta, senza considerare le esigenze didattiche contemporanee.
I pareri positivi
In controtendenza rispetto alle critiche diffuse, l’Associazione italiana insegnanti di geografia esprime un giudizio favorevole sulle nuove Indicazioni. Il presidente Riccardo Morri, che ha partecipato direttamente alla stesura della bozza, evidenzia come il lavoro sia stato svolto “in autonomia e indipendenza”, consentendo di avvicinare i principi teorici alla pratica didattica.
Gli insegnanti di geografia apprezzano particolarmente l’approccio multidimensionale che invita i docenti “a muoversi su più scale nello spazio e nel tempo, sul locale e il globale”.
Nel frattempo, il Movimento di Cooperazione Educativa ha organizzato gruppi di lettura per analizzare approfonditamente il documento ministeriale prima di esprimere valutazioni definitive. Nonostante le perplessità iniziali, questo processo di revisione condivisa potrebbe rappresentare un’opportunità per rielaborare costruttivamente le Indicazioni.