Sembra in arrivo un compromesso per le università telematiche italiane, con nuove regole sul rapporto docenti/studenti e attività in presenza che potrebbero cambiare dal prossimo anno accademico.
Dopo mesi di discussioni, il Ministero dell’Università (Mur) sembra essere vicino a una soluzione sui nuovi requisiti per le università telematiche. La proposta prevederebbe di portare il rapporto tra docenti strutturati e studenti a uno su due, in sostituzione della previsione iniziale che voleva ridurre il rapporto a uno a uno; questo cambio di direzione, frutto di numerose trattative con gli 11 atenei telematici italiani, rappresenta un punto di incontro per una realtà accademica in forte crescita.
Il dibattito era nato in seguito alla pubblicazione del Decreto Ministeriale 1154/2021 durante il Governo Draghi, che prevedeva una stretta sul numero di docenti rispetto agli studenti. Se applicata già dal 2024/25, la norma avrebbe costretto le università telematiche a raddoppiare il numero di docenti, passando da un rapporto di uno a tre a uno a uno. L’impatto sarebbe stato notevole su un sistema che, in dieci anni, è cresciuto in modo esponenziale: dagli iniziali 45.000 studenti iscritti nel 2012/13, si è arrivati a contare oltre 251.000 iscritti nel 2022/23, con un incremento parallelo dei laureati, passati da 5.900 a 50.000 nello stesso periodo.
Un altro punto cruciale riguarda le attività formative in presenza. Le nuove disposizioni prevedono che almeno il 20% delle attività didattiche debba essere svolto fisicamente, un cambiamento significativo per università abituate a erogare i corsi quasi interamente online. Rimane in vigore anche la norma che prevede che gli esami debbano essere svolti di persona, salvo eccezioni specifiche che verranno definite dal Ministero nelle prossime settimane.
Il percorso delle modifiche: tempi e reazioni
Il prossimo passo sarà decisivo. L’ultima riunione con i rappresentanti delle università telematiche si è tenuta il 18 settembre e la successiva è prevista nei prossimi giorni. In questa occasione, i tecnici del Mur potrebbero presentare una bozza ufficiale delle modifiche, che regolerà l’accreditamento dei corsi a partire dal 2024/25. Il nuovo decreto non riguarderà solo le università telematiche, ma anche quelle tradizionali, con una revisione dei criteri per l’accreditamento.
Il compromesso sul rapporto docenti/studenti dovrebbe prevedere un periodo di transizione: le università telematiche avranno un anno di tempo per adeguarsi alle nuove regole; ciò significa che i corsi già accreditati per il 2024/25 potranno mantenere il vecchio sistema, mentre i nuovi parametri entreranno in vigore per i corsi che saranno accreditati a partire dal 2025/26.
Le parole della ministra Bernini: “Formazione di qualità per tutti”
Sulla questione delle università telematiche è intervenuta direttamente la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, durante una sessione di question time e successivamente attraverso un post sui social. La ministra ha ribadito con forza l’importanza di garantire la qualità della formazione, sia nelle università tradizionali che in quelle telematiche: “Quello che mi sta a cuore sono percorsi di formazione e offerta formativa di qualità, temi centrali e non negoziabili”; ha poi sottolineato che il Ministero è impegnato a mantenere “standard elevati della didattica”, in modo che “tutti gli studenti abbiano le stesse opportunità, indipendentemente dalla modalità di erogazione dei corsi”.
La ministra ha concluso confermando che l’obiettivo principale è assicurare che le università telematiche possano continuare a operare in modo efficiente, garantendo allo stesso tempo un percorso di studi che rispetti i più alti standard di qualità.