Al Socrate e in altri istituti romani continuano le mobilitazioni. I dirigenti scolastici rispondono con iniziative di confronto e protesta.
A Roma non si ferma l’ondata di occupazioni studentesche, con anche il liceo Socrate che si aggiunge all’elenco degli istituti già in protesta. Nella notte tra il 10 e l’11 dicembre un gruppo di studenti ha preso possesso della sede di via Padre Reginaldo Giuliani, una decisione che il dirigente scolastico Carlo Firmani ha prontamente segnalato alle forze dell’ordine. Le motivazioni dell’occupazione spaziano dalla protesta contro le condizioni fatiscenti delle infrastrutture scolastiche e i tagli all’istruzione, fino alla solidarietà verso il popolo palestinese. Lo slogan degli occupanti, “Contro la scuola dei padroni, 10, 100, 1000 occupazioni” riassume lo spirito della mobilitazione.
Il Socrate è solo l’ultimo degli istituti coinvolti nella protesta. Altri licei romani, tra cui il Manara, il Morgagni, il Russell e la succursale del Newton, continuano a essere occupati, con lezioni sospese e attività organizzate dagli studenti. Anche al Carducci la protesta è ancora in corso, mentre l’occupazione del Virgilio, durata ben 13 giorni, si è conclusa il 10 dicembre con gli studenti che hanno lasciato l’edificio.
Questa ennesima ondata di proteste era iniziata nelle scorse settimane dal Gullace per poi espandersi rapidamente a scuole come il Pilo Albertelli, il Plinio Seniore, l’Enzo Rossi, il Cavour, il Visconti, il Montessori e il Rossellini. Il movimento, pur nella diversità delle rivendicazioni, evidenzia un disagio diffuso tra le nuove generazioni sempre più decise a far sentire la propria voce.
Il ruolo dei presidi: dialogo, confronto e prese di posizione
Di fronte alla crescente mobilitazione studentesca, i dirigenti scolastici stanno adottando strategie diverse. Alcuni puntano al dialogo, mentre altri scelgono azioni più decise per ripristinare la normalità.
Un esempio significativo è quello del Virgilio, dove la dirigente Isabella Palagi ha reagito all’occupazione organizzando una manifestazione di protesta insieme a genitori, docenti e studenti. L’iniziativa ha ottenuto il sostegno del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, mentre gli occupanti, alcuni genitori e il presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri hanno espresso perplessità riguardo alla gestione della situazione.
Al Morgagni, la preside Patrizia Chelini ha optato per un confronto diretto con gli studenti occupanti organizzando un incontro sulla scalinata Vizzardelli. L’evento ha visto la partecipazione di circa ottanta persone, tra cui genitori, alunni e docenti. “Un momento democratico e importante” secondo la preside, attacchi verbali e continue interruzioni che hanno ostacolato l’esposizione delle loro idee, secondo gli studenti.
Un approccio simile è stato adottato dal dirigente del Manara che ha organizzato un incontro pubblico davanti alla scuola. Pur riconoscendo le legittime preoccupazioni delle giovani generazioni, Pastorello ha sottolineato come le occupazioni possono compromettere il diritto allo studio, soprattutto per gli studenti più fragili.
Un fenomeno complesso che riflette il disagio giovanile
Le occupazioni studentesche a Roma non sono solo una manifestazione di disagio, ma anche un sintomo delle tensioni che attraversano il mondo della scuola. Da un lato, gli studenti chiedono un sistema educativo più equo, infrastrutture adeguate e un impegno politico concreto; dall’altro, i dirigenti scolastici tentano di bilanciare il diritto di protesta con la necessità di garantire continuità didattica.
Il dibattito rimane aperto, con posizioni contrapposte che riflettono una questione più ampia: come rispondere alle esigenze delle nuove generazioni in un contesto di crescenti difficoltà economiche, sociali e culturali? La sfida, per tutti, è trovare un terreno comune che consenta alla scuola di tornare al centro della società come luogo di crescita, dialogo e inclusione.