Come diventare insegnante di sostegno? Si tratta di un percorso che richiede il conseguimento di una laurea o un titolo adatto per accedere al TFA Sostegno. Una volta completato, sarà possibile accedere al concorso per l’insegnamento.
Il ruolo dell’insegnante di sostegno richiede non solo una solida preparazione accademica, ma anche una grande sensibilità umana e una dedizione costante. Di fatto, il lavoro di questo docente è ricco di sfide e soddisfazioni, rivolto a chi desidera fare una differenza significativa nella vita degli studenti con bisogni educativi speciali.
In questo articolo, esploreremo i passaggi fondamentali per intraprendere questa carriera, dai requisiti dell’insegnante di sostegno alla comprensione delle dinamiche di aula, fino ad arrivare a parlare dei concorsi e dello stipendio.
In questa guida:
Cosa fa l’Insegnante di Sostegno: competenze e compiti
L’insegnante di sostegno svolge un ruolo cruciale nel sistema scolastico, assistendo gli studenti con bisogni educativi speciali (BES) o disabilità per garantire loro un’educazione inclusiva e personalizzata. Questa figura professionale opera come un ponte tra gli studenti, i contenuti didattici e il resto della classe, adattando le lezioni in modo che tutti possano apprendere al meglio secondo le proprie capacità. Qui sotto trovi le competenze e i compiti principali di questa figura:
Competenze dell’Insegnante di Sostegno
- Competenze pedagogiche: la figura dell’insegnante di sostegno deve avere una solida preparazione pedagogica, spesso con specializzazioni specifiche sui diversi tipi di disabilità. Come un giardiniere esperto sa quale fertilizzante usare per differenti piante, così l’insegnante di sostegno sa adattare metodi e tecniche didattiche alle necessità individuali degli studenti.
- Abilità comunicative: è essenziale saper comunicare efficacemente non solo con gli studenti, ma anche con i loro genitori e gli altri insegnanti. Questo include la capacità di ascolto attivo e di espressione chiara e empatica, per costruire un ambiente di fiducia e comprensione.
- Competenze emotive: l’insegnante di sostegno deve mostrare grande empatia e sensibilità, poiché lavora con studenti che possono vivere frustrazioni e sfide particolari. La capacità di mantenere la calma e offrire sostegno morale è paragonabile a quella di un faro che guida le navi durante una tempesta.
Compiti dell’Insegnante di Sostegno
- Personalizzazione dell’apprendimento: il compito principale è adattare i materiali didattici e le strategie di insegnamento. Questo può includere la semplificazione dei testi, l’uso di ausili tecnologici o la modifica delle valutazioni per renderle più accessibili.
- Supporto emotivo e sociale: oltre all’aspetto accademico, l’insegnante di sostegno si occupa anche di supportare lo studente nel suo benessere emotivo e sociale, aiutandolo a integrarsi con i compagni e a sviluppare l’autostima.
- Collaborazione e coordinamento: lavora in stretta collaborazione con il resto del corpo docente e gli specialisti esterni, come logopedisti o terapisti occupazionali, per creare un piano educativo integrato e efficace. È come un direttore d’orchestra che assicura che ogni musicista sia pronto e coordinato con gli altri per una perfetta esecuzione.
- Monitoraggio e valutazione: continua valutazione dei progressi dello studente è fondamentale. L’insegnante di sostegno deve rilevare qualsiasi cambiamento o necessità aggiuntiva, aggiornando il piano didattico come un navigatore aggiusta la rotta di una nave per arrivare a destinazione.
Quante ore lavora un insegnante di sostegno? Generalmente, l’orario dell’insegnante di sostegno segue quello degli altri insegnanti della scuola, il quale è di circa 18-25 ore settimanali di insegnamento in classe, a cui si aggiungono ore per la preparazione delle lezioni, la correzione di compiti, riunioni di coordinamento e altre attività.
Cosa non deve fare l’insegnante di sostegno? Non deve isolare l’alunno dagli altri compagni di classe. È fondamentale promuovere l’inclusione e l’interazione con gli altri studenti. Inoltre, deve evitare di sostituirsi allo studente, in quando deve cercare di renderlo autonomo, fissando degli obiettivi realistici da raggiungere.
In sintesi, il ruolo dell’insegnante di sostegno è poliedrico e mira a fornire agli studenti gli strumenti per superare le barriere all’apprendimento e per partecipare attivamente alla vita scolastica. Adesso andiamo a vedere come si diventa insegnante di sostegno.
Come diventare Insegnante di Sostegno: i requisiti e il percorso
Come fare l’insegnante di sostegno in Italia? È necessario completare un percorso formativo specifico e il possesso di determinati requisiti. Innanzitutto, è necessario possedere una laurea, che può essere in Scienze della Formazione Primaria per chi intende diventare insegnante di sostegno nella scuola primaria o dell’infanzia, oppure una laurea magistrale in qualsiasi campo per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Chi vuole lavorare come insegnante di sostegno in quest’ultime scuole deve avere ottenere un’abilitazione specifica sulla classe di concorso.
Queste lauree sono presenti anche nelle università telematiche riconosciute dal Miur, che in più offrono anche diversi master e corsi per insegnanti di sostegno: compila il form presente in pagina per ricevere una consulenza gratuita in merito.
Dopo la laurea, è necessario superare un concorso per l’accesso al Tirocinio Formativo Attivo specifico. Questo percorso è necessario per ottenere l’abilitazione per insegnanti di sostegno e comprende corsi teorici e tirocini pratici.
Una volta completato il TFA Sostegno, occorre superare un concorso pubblico, che valuta le competenze del candidato attraverso prove scritte, pratiche e orali. Le prove sono volte a verificare la preparazione teorica in pedagogia, psicologia e metodologie didattiche adatte al sostegno.
Discorso a parte per gli ITP (Insegnanti tecnico-pratici), i quali al momento possono accedere al percorso di specializzazione TFA con il solo diploma; tuttavia, dall’anno scolastico 2025/2026 dovranno essere in possesso di una laurea triennale più l’abilitazione per la specifica classe di concorso.
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TFA Sostegno: come funziona
Il TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo per il sostegno) è un percorso formativo specifico in Italia, destinato agli insegnanti che vogliono specializzarsi nell’educazione di studenti con disabilità. Per poter insegnare come docente di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado, è necessario seguire questo corso che conferisce la qualifica necessaria.
La procedura di ammissione al TFA Sostegno prevede il superamento di una selezione, che include una prova preselettiva, una prova scritta e un colloquio orale su argomenti che spaziano dalle competenze linguistiche alle competenze socio-psico-pedagogiche, oltre a didattica, empatia e intelligenza emotiva. Chi supera la selezione può iniziare il corso vero e proprio, il quale dura 8 mesi e combina lezioni teoriche con laboratori pratici, oltre a dei tirocini in ambienti scolastici dove i futuri insegnanti possono applicare direttamente quanto appreso.
I tirocini, che sommano a 300 ore per 12 CFU, sono divisi in tirocini diretti (150 ore in istituzioni scolastiche, durata minima cinque mesi) e indiretti (150 ore sotto la supervisione dei docenti universitari, in atenei e sedi di tirocinio).
Al termine del corso, gli studenti devono passare un esame finale che li abilita a diventare insegnanti di sostegno, verificando le loro competenze nell’educazione inclusiva e nelle tecniche specifiche di sostegno.
Fino al 31 dicembre 2024, gli aspiranti docenti con almeno tre anni di esperienza recente in ruoli di sostegno possono accedere direttamente ai percorsi di specializzazione senza sostenere le prove selettive.
Concorsi per Insegnanti di Sostegno: tutte le opzioni
Per diventare insegnante di sostegno nelle scuole pubbliche italiane è necessario superare un concorso nazionale bandito periodicamente dal Ministero dell’Istruzione. I candidati devono avere una specializzazione nel settore e possono partecipare a concorsi separati per infanzia e primaria o per il primo e secondo grado della scuola secondaria, a seconda della loro formazione. Un nuovo concorso previsto per il 2024 mira a creare 25.000 posti per insegnanti di sostegno, con graduatorie aggiornate ogni due anni.
La partecipazione al concorso da insegnante di sostegno 2024 è consentita anche a chi ha ottenuto la specializzazione all’estero, a patto che questa sia riconosciuta in Italia. Le domande vanno inviate telematicamente, e il concorso prevede due prove, una scritta e una orale.
Una volta superato il concorso, i candidati sono assunti con contratti a tempo determinato, seguiti da un periodo di formazione e una prova finale di idoneità per l’assunzione a tempo indeterminato.
Inoltre, a causa della carenza di insegnanti di sostegno, anche i supplenti senza specializzazione specifica possono temporaneamente coprire queste posizioni tramite la messa a disposizione (MAD), anche se la preferenza rimane per i docenti qualificati nel sostegno.
Stipendio dell’insegnante di sostegno
Lo stipendio di un insegnante di sostegno in Italia può variare considerevolmente in base a diversi fattori, inclusi il grado di istruzione in cui lavorano, l’anzianità di servizio, le qualifiche aggiuntive e la regione in cui si trova la scuola. Generalmente, gli insegnanti di sostegno, come tutti gli insegnanti della scuola pubblica italiana, sono pagati secondo una griglia salariale definita dal contratto collettivo nazionale del lavoro del settore scuola.
Andiamo a vedere quanto guadagna un insegnante di sostegno, tenendo conto del livello di esperienza:
- inizio carriera (neolaureato, nessuna esperienza precedente): il salario può partire da circa 1.500 euro al mese.
- dopo alcuni anni di esperienza: con l’aumentare degli anni di servizio, il salario può crescere, potendo raggiungere cifre intorno ai 2.000 euro al mese.
- con esperienza considerevole e ulteriori qualificazioni professionali: un insegnante di sostegno con molti anni di esperienza e/o specializzazioni può guadagnare anche oltre 2.500 euro al mese.
Questi importi possono variare in base agli scatti di anzianità.
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