Come diventare insegnante: requisiti, titoli e corsi per docenti

Come diventare insegnante: requisiti, titoli e corsi per docenti

Intraprendere la carriera di insegnante può essere una delle scelte professionali più gratificanti e influenti. Essere al centro del processo educativo offre l’opportunità unica di modellare le menti future e di fare una differenza tangibile nella vita degli studenti.

Questo articolo esplora i passaggi essenziali per diventare insegnante nel contesto della scuola primaria e secondaria. Dalla formazione richiesta ai consigli pratici su come ottenere le certificazioni necessarie, fino agli insight sulla vita quotidiana del mestiere, vi guideremo attraverso tutto ciò che serve sapere per intraprendere con sicurezza questo percorso.


In questa guida:


Come diventare insegnante

Per diventare insegnanti in Italia, ci sono due passaggi principali: prima bisogna ottenere un titolo di studio adeguato per poi abilitarsi all’insegnamento.

Per insegnare su base più stabile e partecipare ai concorsi per diventare insegnante di ruolo, è necessario avere l’abilitazione. Questa permette di partecipare ai concorsi pubblici per insegnanti, da cui si viene scelti per i posti fissi.

Per diventare supplente bisogna invece inviare la Messa a Disposizione per le supplenze, la quale permette di candidarsi alle supplenze nelle scuole tramite una domanda online. Per candidarsi basta avere anche il solo diploma o la laurea triennale. La procedura di MAD è supportata dalla normativa scolastica attuale, ma può essere complessa e burocratica: per facilitare questo processo, AteneiOnline collabora con Docenti.it per offrire assistenza specializzata nell’invio delle candidature MAD a partire da 19 euro.

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Come diventare insegnante di scuola dell’infanzia o primaria

Il primo passo per insegnare presso le scuole primarie o dell’infanzia consiste nell’aver conseguito uno di questi titoli:

  • laurea in Scienze della formazione primaria, di vecchio ordinamento o nuovo ordinamento;
  • diploma di Istituto Magistrale o di Scuola magistrale (solo scuola dell’Infanzia) o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002.

La laurea in Scienze della Formazione primaria è di per sé abilitante, e consente quindi l’inserimento nella II fascia delle graduatorie di Istituto per gli incarichi a tempo determinato e la partecipazione ai concorsi per l’insegnamento.

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Come diventare insegnante di scuola secondaria di I e II grado

Per insegnare nelle scuole secondarie di I o di II grado è necessario avere una laurea magistrale (5 anni) o specialistica (3+2 anni); è essenziale, inoltre, che questi titoli abbiano una classe di laurea corrispondente a una specifica classe di concorso.

A partire dal 2010, era possibile ottenere l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie italiane tramite il Tirocinio Formativo Attivo (TFA), un percorso universitario annuale, fino all’introduzione del percorso triennale FIT nel 2017, sostituito poi nel 2019 da un concorso abilitante seguito da formazione e prova annuale.

Con le ultime riforme del 2022, per diventare insegnanti dopo la laurea magistrale si deve seguire un percorso universitario di almeno 60 CFU, la cui conclusione con esito positivo consente di partecipare ai concorsi pubblici per l’insegnamento.

Leggi anche: Come diventare ITP (Insegnante Tecnico Pratico)

Percorsi da 60 CFU: come funzionano

Il percorso di acquisizione dei 60 CFU per l’insegnamento è stato introdotto con il Decreto apposito del settembre 2023. Questi corsi sono destinati a coloro che aspirano a diventare insegnanti nelle scuole di ogni ordine e grado.

I corsi da 60 CFU sono distribuiti in diverse aree disciplinari come pedagogia, formazione inclusiva, discipline linguistiche e digitali, scienze umane, e metodologie didattiche. Includono inoltre 20 CFU dedicati al tirocinio, che si divide tra attività dirette e indirette, e materie specifiche per la classe di concorso a cui si aspira.

La valutazione finale comprende una prova scritta e una simulazione di lezione, per testare le competenze e le metodologie didattiche apprese durante il corso​.

Diverse università offrono questi corsi, tra cui anche università telematiche come eCampus, Unimarconi, e UniPegaso. Di fatto, una parte delle lezioni dei corsi da 60 CFU può essere seguita online.

Classi di concorso per l’insegnamento

Le classi di concorso rappresentano una classificazione utilizzata nel sistema scolastico per definire le aree di insegnamento specifiche a cui un docente può accedere, in base alle sue qualifiche accademiche e professionali.

Ogni classe di concorso raggruppa materie affini e stabilisce i requisiti che i candidati devono soddisfare per insegnare quelle materie. Per esempio, ci sono classi di concorso per la matematica, le lingue straniere, la storia, l’arte, la musica, e così via. I requisiti possono includere particolari lauree e crediti formativi specifici.

Le classi di concorso sono regolate da decreti del Ministero dell’Istruzione, e periodicamente possono subire aggiornamenti o revisioni per adattarsi alle evoluzioni del sistema educativo e alle necessità didattiche, come è successo con la recente riforma delle classi di concorso pubblicata in Gazzetta Ufficiale a febbraio 2024. Questa riforma riguarda alcuni classi di concorso, le quali sono state accorpate in una sola classe per garantire una maggiore flessibilità.

Quando un insegnante supera il concorso relativo alla sua classe di concorso, ottiene l’abilitazione all’insegnamento e può partecipare ai bandi di assunzione nelle scuole pubbliche italiane.

Concorsi per diventare insegnante

Dopo il conseguimento dell’abilitazione universitaria di 60 CFU, gli aspiranti insegnanti dovranno partecipare a un concorso pubblico nazionale, regionale o interregionale, secondo il decreto legge del 22 giugno 2023, n. 75, che introduce nuove modalità di selezione per accelerare le procedure.

Il concorso prevede una prova scritta su materie pedagogiche, psicopedagogiche, didattico-metodologiche, informatiche e di lingua inglese, e una prova orale che verifica le competenze disciplinari e didattiche, inclusa un’applicazione pratica. I punteggi delle prove scritte, orali e la valutazione dei titoli determinano la graduatoria di merito.

L’immissione in ruolo definitiva è condizionata al successo in un anno di prova che include almeno 180 giorni di servizio, di cui 120 in attività didattiche, un test finale e una valutazione positiva del dirigente scolastico. In caso di esito negativo, è previsto un secondo e ultimo anno di prova.

In aggiunta, esistono modalità straordinarie di reclutamento: la prima per chi ha insegnato per almeno tre anni in istituzioni statali negli ultimi cinque anni, permettendo l’accesso al concorso senza la formazione iniziale completa, ma richiedendo successivamente 30 CFU prima dell’anno di prova. La seconda modalità, valida fino al 31 dicembre 2024, si rivolge a chi ha accumulato 30 CFU/CFA, inclusi tirocini, del percorso di formazione iniziale, richiedendo comunque il completamento della formazione e l’anno di prova successivo alla vittoria del concorso.

Corsi per il punteggio GPS docenti

Un altro modo per insegnare consiste nell’iscrizione alle GPS, le graduatorie provinciali per le supplenze. Si tratta di uno strumento utilizzato in Italia per l’assegnazione di incarichi temporanei di insegnamento nelle scuole.

I docenti sono classificati nelle GPS in base a un punteggio che viene calcolato considerando diversi fattori, tra cui i titoli di studio. Per questo è importante aumentare il punteggio GPS tramite corsi adatti allo scopo, come:

I percorsi elencati sopra si trovano anche nelle università telematiche riconosciute dal Miur, le quali consentono di studiare a distanza a costi agevolati, ottimizzando il tempo a disposizione. Ecco quali sono i master per insegnanti online che propongono:

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Come diventare insegnante di religione

A partire dal 2004 in poi, per essere nominati, gli insegnanti di religione devono superare un concorso di abilitazione e possono essere inclusi stabilmente nell’organico scolastico, anche se la curia mantiene il diritto di revoca per motivi didattici o morali.

Per insegnare nei gradi scolastici superiori, è necessario un titolo accademico in Teologia o discipline affini riconosciute dalla Chiesa, o una laurea magistrale in Scienze Religiose. Per la scuola dell’infanzia e primaria, valgono gli stessi titoli richiesti per le scuole superiori, e si aggiungono sacerdoti, diaconi e religiosi con qualificazioni adeguate. Una volta ottenuti questi titoli, i candidati devono presentare una domanda specifica all’Ufficio Scuola Diocesano per partecipare al concorso di abilitazione.

Stipendio dell’insegnante

In Italia, lo stipendio di un insegnante dipende da vari fattori, tra cui il livello di istruzione in cui insegna (scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado), l’anzianità di servizio, e le eventuali specializzazioni o aggiuntivi incarichi di responsabilità.

In termini generali, quanto guadagna un insegnante di scuola superiore? Gli insegnanti di scuola secondaria di primo e di secondo grado partono generalmente da una base leggermente superiore, intorno ai 1.500 euro netti al mese.

Mentre gli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia di solito iniziano con uno stipendio base che può variare da circa 1.400 a 1.500 euro netti al mese.

Con l’avanzare degli anni di servizio, gli incrementi stipendiali portano i salari più elevati a circa 2.500 euro netti al mese per i docenti con molta esperienza.

Questi stipendi possono aumentare con l’aggiunta di scatti di anzianità, bonus per merito, e compensi per incarichi supplementari, come la funzione strumentale o il coordinamento di progetti speciali. Inoltre, ci sono delle differenze regionali e contrattuali che possono influenzare il salario finale.

 

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