Un anno dopo la sua fuga dalla Russia e il suo arrivo in Italia – a Rimini, dove si è trasferita – Daria Kryukova, una coraggiosa blogger e dissidente russa di 32 anni, finalmente ha ottenuto l‘iscrizione all’Università degli Studi di Bologna. Daria aveva chiesto asilo politico dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, quando ha deciso di fuggire dal regime di Vladimir Putin. Ma ha dovuto attendere ben 12 mesi prima di riuscire nella sua impresa. Il suo percorso di studio nel nostro paese è infatti stato intralciato da una legge nazionale che impedisce ai richiedenti asilo di iscriversi all’università prima di ricevere una risposta dalle commissioni prefettizie.
Ottiene l’iscrizione all’università dopo un anno
Alcuni atenei italiani danno la possibilità a studenti che si trovano nella stessa situazione di Daria – ovvero a chi è in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato politico – di iscriversi “sub iudice” ovvero sotto il giudizio del giudice. La locuzione giuridica si riferisce ad una controversia che è ancora aperta o sospesa a tempo indeterminato. Purtroppo, però, l’Università di Bologna alla quale la ragazza voleva iscriversi non era tra queste.
Daria è laureata in Sociologia, e per lunghi mesi, una volta giunta nel nostro Paese, è stata costretta a rimanere in una fase di stallo. Nonostante avesse superato il test di ammissione al corso di laurea in Amministrazione e Gestione d’Impresa, l’Università di Bologna le ha negato l’opportunità di avviare la sua carriera universitaria fino a quando non avesse ricevuto un responso sul suo status da Roma. Solo ieri, finalmente, è arrivato il riconoscimento tanto atteso, che la ragazza ha annunciato con un post sul suo profilo Facebook mostrando in foto il tesserino universitario appena consegnatole.
La lungaggine della burocrazia italiana
Era il 23 febbraio 2022, ovvero il giorno precedente l’inizio del conflitto, quando Daria aveva inviato la sua candidatura al Campus di Rimini per essere ammessa al corso magistrale in Amministrazione e Gestione d’Impresa. Poche settimane dopo l’invio della sua richiesta, la situazione politica in Russia era degenerata e Daria, che era nota per le sue opinioni critiche verso il regime, era diventata un bersaglio pericoloso per le autorità. Era evidente che sarebbe stata perseguitata e che il suo futuro in Russia sarebbe stato in pericolo.
Cosciente del rischio imminente, la ragazza aveva deciso di fuggire altrove in cerca di asilo politico. Ed aveva scelto l’Italia perché sapeva che qui avrebbe potuto trovare la sicurezza che cercava e l’università nella quale aspirava proseguire i suoi studi. Come è facile immaginare, la sua fuga non è stata facile, ma grazie alla solidarietà di amici, sostenitori e organizzazioni per i diritti umani, è riuscita ad attraversare i confini e a raggiungere il nostro paese, dove ha trovato rifugio e supporto da parte delle istituzioni e della comunità locale, che ne hanno riconosciuto la situazione come dissidente politica.
Grande la soddisfazione della ragazza, che dopo quasi un anno di studio, finalmente è stata immatricolata all’università. Daria si è anche lamentata delle lungaggini burocratiche nella nostra penisola. “È paradossale: in Italia, come richiedente asilo, posso lavorare e pagare le tasse, ma non posso laurearmi. Ho scritto al rettore, ai professori e alla segreteria della mia facoltà, ma non c’è stata alcuna soluzione”.
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