Le navi della legalità – A bordo, migliaia di studenti. Sulla terraferma, centinaia di studenti. Oggi sono arrivate a Palermo le navi della legalità provenienti da Civitavecchia e da Napoli, e questa è diventata la giornata dei giovani. Giovani sani, belli, con tanta voglia di lottare per un mondo migliore. C’erano tanti striscioni con frasi del tipo “Benvenuti a casa nostra” e “Palermo è nostra e non di Cosa Nostra”. C’erano palloncini tricolore, gigantografie di Paolo Borsellino e Giovani Falcone, c’era l’aria piena di coraggio. “Ho incontrato sulla nave – ha detto il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo – anche le compagne di Melissa Bassi. Nei loro occhi c’è una profonda tristezza, ma hanno capito che la guerra psicologica che era stata lanciata per dividere i deboli dai più forti è stata sconfitta grazie alla scuola”.
Una manifestazione per non dimenticare – La manifestazione, organizzata proprio dal Miur e dalla Fondazione Falcone, è ormai diventato un appuntamento fisso. E ogni anno appare più intensa e partecipata: ottimo segno. Profumo e il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso sorreggevano, insieme ad alcuni ragazzi, un cartello era scritto “Siamo tornati per non dimenticare”; ad accogliere la nave, tanti rappresentanti istituzionali fra cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti. La memoria è viva, per fortuna. E lo sarà ancora a lungo, non importa se gli omicidi di Falcone e Borsellino appaiono sempre più lontani nel tempo. La memoria è viva e le indagini non si fermano: “C’è stato un periodo fosco e c’è ancora molto da fare – ha ammesso il presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta – ma forse siamo alla fine del tunnel grazie anche all'impegno dei magistrati di Caltanissetta che indagano sulle stragi. Questi ragazzi qui, oggi, che nel 1992 non erano ancora nati, ci ricordano che bisogna avere la dignità di essere cittadini e non sudditi”.