Coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche potrebbe migliorare la loro autostima, l’autonomia e l’empatia mettendo le basi per una vita più serena.
Le faccende domestiche, come spazzare, cucinare e apparecchiare la tavola, sono spesso percepite come noiose attività per adulti. In realtà sembrano avere un impatto positivo anche sui bambini e a confermarlo è niente meno che uno studio condotto da Harvard Research in corso da oltre 85 anni. Secondo i ricercatori, i bambini che partecipano regolarmente ai lavori domestici sviluppano una maggiore consapevolezza di cosa significa far parte di una comunità e riescono a gestire meglio le responsabilità. Coinvolgere i bambini in queste semplici attività li aiuterebbe a sviluppare una maggiore sicurezza in sé stessi e una forte etica del lavoro, competenze fondamentali vivere più serenamente.
Lo studio evidenzia come i lavori domestici possano favorire lo sviluppo di abilità pratiche e contribuire a rafforzare l’autostima. Come riportato dalla ricerca “i bambini che svolgevano regolarmente i lavori domestici raramente avevano maggiori probabilità di ottenere punteggi più bassi nella capacità prosociale, nell’abilità accademica, nelle relazioni con i coetanei e nel provare soddisfazione nella vita”. Questo significa che anche compiti apparentemente noiosi possono avere un impatto duraturo sulla crescita e sul benessere emotivo dei bambini, preparandoli meglio ad affrontare le sfide future.
L’esempio della scuola Waldorf: educare attraverso le faccende domestiche
Un modello concreto, dove le faccende domestiche sono parte integrante del percorso educativo, sono le scuole Waldorf. In questi istituti i bambini vengono incoraggiati a partecipare attivamente a compiti come cucinare, fare giardinaggio e pulire gli spazi comuni per insegnare loro il valore del lavoro manuale e della collaborazione, promuovendo allo stesso tempo lo sviluppo di competenze sociali e creative.
Gli insegnanti delle scuole Waldorf sottolineano come queste attività non solo aiutino i bambini a diventare più autonomi, ma li rendano anche più consapevoli del loro contributo al benessere della comunità scolastica, che dipende anche dal loro impegno individuale.
All’interno di queste scuole non è quindi raro vedere i bambini si alternano nel fare le pulizie o aiutano a preparare i pasti: in questo modo, oltre alla didattica classica, vengono insegnate competenze pratiche che potranno essere utilizzate anche in futuro, mentre si sviluppano qualità come la disciplina e il rispetto per il lavoro altrui, contribuendo a mantenere un ambiente accogliente e funzionale.
Un modo per combattere l’ipergenitorialità e promuovere l’autonomia
Un altro aspetto positivo emerso dallo studio è che le faccende domestiche possono contrastare il fenomeno dell’ipergenitorialità, ovvero quella tendenza per cui i genitori fanno tutto per i figli privandoli di opportunità di crescita autonoma. Insegnando ai bambini a svolgere semplici compiti in modo indipendente si permette loro di sviluppare una maggiore fiducia nelle proprie capacità e di diventare adulti più sicuri di sé.
Secondo gli educatori delle scuole Waldorf, attività come cucinare, cucire e riordinare il materiale scolastico sono fondamentali per la crescita dei bambini, poiché li aiutano a capire il valore dell’impegno e dell’autodisciplina. “Imparano che i deliziosi panini del lunedì non si materializzano semplicemente per magia, ma sono piuttosto il risultato di impegno, cura e amore”, spiegano sul sito della scuola.
Inoltre, lo studio di Harvard Research rileva che “la frequenza delle faccende domestiche all’asilo è stata associata positivamente alla percezione delle competenze sociali, accademiche e di appagamento della vita del bambino in terza elementare”. Questo suggerisce che far svolgere ai bambini compiti domestici regolarmente non solo li rende più autosufficienti, ma contribuisce anche a migliorare la loro soddisfazione personale e le relazioni sociali.