Il sondaggio del Centro Studi Pio La Torre
Non è una di quelle notizie che ci piace particolarmente leggere ma è così: secondo uno studente su due, la mafia sarebbe più forte dello Stato. E’ quanto è emerso da un sondaggio effettuato dal Centro Studi Pio La Torre in occasione del 42° anniversario della morte – avvenuta il 30 aprile dell’82 – del politico e sindacalista italiano nonché dirigente del PCI, ucciso dall’associazione criminosa insieme al collaboratore Rosario Di Salvo.
Pio La Torre, l’impegno contro la mafia
E’ stato quattro anni dopo quel maledetto giorno che, su iniziativa del deputato regionale Ino Vizzini, è nato il Centro che porta il nome di “Pio La Torre”, la cui missione è quella di “valorizzare il patrimonio ideale e politico segnato dalla vita e dall’opera” del politico “realizzando e promuovendo studi, iniziative e ricerche originali riguardanti aspetti e problemi della Sicilia contemporanea”.
Già, perché La Torre si è a lungo impegnato contro Cosa nostra. Diversi i passi in avanti fatti grazie al politico. In seguito ad una sua proposta di legge, venne introdotto nel codice penale l’art. 416-bis che ha introdotto, per la prima volta nella storia, il reato di “associazione di tipo mafioso” e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita nell’ordinamento giuridico italiano. Pio La Torre è stato assassinato per ordine, tra gli altri, di Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Per uno studente su due la mafia è più forte dello Stato
Dal sondaggio, che è stato effettuato su 1578 studenti dai 14 ai 21 anni, è emerso che solo poco più del 20% degli intervistati pensa che la mafia possa essere sconfitta. I giovani sono apparsi piuttosto disillusi in merito, tanto che il 49,8% ha dichiarato, appunto, che ritiene che Cosa Nostra non possa essere battuta definitivamente dallo Stato. Uno su tre, ancora, dice di non avere a riguardo un’opinione. Se prendiamo in riferimento i secondi ed i terzi, viene fuori un dato abbastanza significativo: che l’80% degli studenti, ovvero solo uno studente su cinque, pensa che lo Stato possa trionfare sulla mafia.
Cosa dovrebbe fare lo stato per sconfiggere la mafia
Il quadro che è risultato dal sondaggio non è una mera raccolta di dati fine a se stessa. Nell’ambito dello stesso è stato chiesto agli studenti cosa, secondo loro, si dovrebbe fare per debellare il fenomeno mafioso. Dalle risposte è emersa una serie di strategie che per i partecipanti potrebbero contribuire a far cambiare, in loro, l’idea che le istituzioni siano impotenti. Il 21,52% ha risposto che bisognerebbe combattere corruzione e clientelismo (21,52%), il 21,31% che sarebbe necessario educare alla legalità.
Le figure che suscitano fiducia nella lotta alla mafia
Se gli studenti non hanno mostrato una particolare fiducia nei confronti delle istituzioni in generale, hanno però risposto di nutrire un sentimento di credibilità verso insegnanti, forze dell’ordine e magistratura. A sorpresa, la categoria più meritevole in tal senso si è rivelata essere quella dei docenti con il 32% delle risposte. Ai professori sono seguite le forze dell’ordine e la magistratura. Solo poco più del 7%, rispettivamente, si sono guadagnati la politica nazionale e locale. C’è una triste consapevolezza che, infine, emerge dal sondaggio, e che mette d’accordo il 90,66% degli intervistati. Ovvero il fatto che “la gente, in genere, guarda al proprio interesse”. Ovvero che sia motivata, nelle proprie scelte, dal desiderio di ottenere vantaggi o benefici per sé. Piuttosto che agire in modo disinteressato o in linea con principi etici.
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