Ogni anno, in questo periodo, ne sentiamo parlare: ma sappiamo cos’è veramente l’estate di San Martino e perché si chiama così? La tradizione cattolica ci racconta che quando San Martino era ancora un semplice soldato che prestava servizio nell’esercito romano, fece un incontrò che gli cambiò la vita.
Durante uno dei suoi giri di perlustrazione a cavallo insieme ad i suoi compagni in una giornata fredda e piovosa, nella città francese di Amiens si imbatté in un mendicante coperto di pochi cenci, tremante per il freddo. San Martino non aveva addosso altro che il suo pesante mantello, ma non perse tempo a tagliarlo a metà per coprire il mendicante prima di ripartire sotto la pioggia.
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Perché si dice Estate di San Martino
Alcune versioni più ricche di questo aneddoto aggiungono un dettaglio: ovvero, che Gesù restituì miracolosamente l’altra metà del mantello di Martino. Una terza, ed è la più interessante ai nostri fini, dice che dopo tale gesto di bontà, Martino incontrò poi un secondo mendicante e diede via anche la seconda metà del suo mantello. Come riconoscimento della sua buona azione, Dio fece uscire un sole improvviso in modo che Martino, ormai senza mantello, non soffrisse il freddo.
Cos’è l’estate di San Martino
La tradizione vuole che la festa di San Martino coincida ogni anno con un periodo di clima più caldo, anche dopo l’arrivo delle prime gelate. L’estate di San Martino coincide con quel periodo di inizio novembre, quello nel quale le temperature sono tradizionalmente più miti. Difatti, fateci caso, spesso e volentieri l’11 novembre coincide con una bella giornata di sole. Inoltre era in passato il periodo in cui le famiglie contadine terminavano il lavoro agricolo nei campi e saldavano i propri debiti.
Infine, è anche il momento di assaggiare il “vino novello” e di bere questo vino nuovo in accompagnamento alle caldarroste. Da qui il detto che recita “A San Martino ogni mosto diventa vino” (Ovvero, quando arriva il giorno di San Martino, l’uva si trasforma in vino).
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