I sindacati del settore scolastico chiedono al MUR un chiarimento urgente sul riconoscimento dei crediti acquisiti entro il 31 ottobre 2022.
Il 4 agosto 2023 è stato pubblicato il DPCM che stabilisce le modalità per i percorsi abilitanti da 60 CFU. Purtroppo, però, il MUR ha generato molta confusione sulla materia: rispondendo a una FAQ, ha dichiarato che gli studenti che hanno conseguito 24 CFU entro il 31 ottobre 2022 vedranno riconosciuti solo una parte dei loro crediti quando si iscriveranno ai nuovi percorsi abilitanti nel 2023/2024.
Nello specifico, coloro che si iscriveranno al percorso dell’allegato 1 del DPCM vedranno riconosciuti al massimo 12 CFU, mentre per il percorso dell’allegato 3 il riconoscimento si riduce a 6 CFU. In entrambi in casi, tuttavia, dopo la fine del periodo transitorio, prevista per il 31 dicembre 2024, il riconoscimento dei crediti dovrebbe diventare integrale. La disposizione transitoria permette infatti a chi ha già i 24 CFU di partecipare ai concorsi secondo il vecchio ordinamento fino alla fine del 2024 e, in caso di vincita, ottenere l’abilitazione solo grazie a un successivo percorso di 36 CFU.
La FAQ incriminata del MUR
“Lo studente già in possesso dei 24 CFU/CFA che s’iscrivesse, nell’a.a. 2023-24, ai percorsi di cui agli allegati 1 o 3 del D.P.C.M. del 4 agosto 2023, ha diritto al riconoscimento “pieno” dei 24 CFU/CFA?
Secondo quanto disposto dal comma 1 secondo periodo, dell’art. 18-bis del d.lgs. 59/17 fino al 31 dicembre 2024, coloro i quali abbiano conseguito i 24 CFU/CFA entro il 31 ottobre 2022, possono partecipare al concorso secondo il previgente ordinamento e, se vincitori di concorso, ottenere l’abilitazione con il percorso da 36 CFU/CFA di cui al comma 4 del medesimo articolo (all. 5 del DPCM 4 agosto 2023)
Lo studente già in possesso dei 24 CFU/CFA che s’iscrivesse, nell’a.a. 2023-24, al percorso di cui all’allegato 1 del D.P.C.M. del 4 agosto 2023 ha diritto al riconoscimento di massimo di 12 CFU/CFA.
Nel caso il medesimo studente si iscrivesse al percorso di cui all’allegato 3 del D.P.C.M. del 4 agosto 2023 avrebbe diretto al riconoscimento di massimo 6 CFU/CFA.
Il riconoscimento dei 24 CFU dovrebbe essere inquadrato a regime quando sarà passato il transitorio.
Quindi, un laureato in possesso dei 24 CFU (non potendo più partecipare al concorso) potrà chiedere il riconoscimento dei 24 CFU ai fini del percorso da 60 CFU.”
La posizione dei sindacati
I sindacati FLC CGIL, CISL FSUR, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno espresso forti dubbi sulla correttezza della FAQ e hanno inviato una lettera al MUR chiedendo chiarimenti immediati. Secondo la loro interpretazione, l’art. 8 del DPCM del 4 agosto 2023 prevede che i 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022 debbano essere riconosciuti integralmente, anche per i percorsi da 60 CFU.
I sindacati sostengono che la FAQ del MUR non ha alcun fondamento normativo né nel D.lgs 59/2017 né nel DPCM del 4 agosto 2023, in quanto non è previsto un diverso trattamento dei 24 CFU prima e dopo il periodo transitorio.
Visionando i bandi emessi delle varie università, emerge una situazione molto frammentata: alcune istituzioni accademiche stanno procedendo al pieno riconoscimento dei 24 CFU già per l’anno accademico 2023/2024, mentre altre riconoscono solo 12 CFU. Questa disparità di applicazione delle direttive del MUR sta generando incertezza tra gli studenti e i docenti in formazione.
Le prospettive future
Il riconoscimento dei 24 CFU è destinato a restare un tema caldo fino a quando il MUR non fornirà chiarimenti definitivi. Intanto, i sindacati chiedono una revisione immediata della FAQ e una posizione univoca che possa essere applicata in tutte le università italiane, evitando così disparità di trattamento tra gli studenti.
Le università e i futuri docenti attendono con ansia una soluzione che possa risolvere definitivamente questa problematica. La certezza del riconoscimento dei 24 CFU è cruciale per garantire una formazione coerente e qualificata ai docenti di domani, e per evitare inutili complicazioni burocratiche che potrebbero rallentare il loro percorso di abilitazione.
La questione quindi è ancora avvolta nel mistero. Non ci resta che sperare che il MUR intervenga tempestivamente per fornire le necessarie delucidazioni.