Pietro Orlandi, conosciuto ai più in quanto fratello di Emanuela, scomparsa nel nulla più di 30 anni fa, si è adoperato fin da subito ed incessamente per scoprire la verità. Molti nutrono per Pietro grande solidarietà, e probabilmente da questa deriva la curiosità nei confronti dell’uomo, riguardo al quale ci si interroga su vita privata e lavorativa. Scopriamone di più.
Pietro Orlandi: età, moglie e lavoro
Non si sa poi molto riguardo la vita di Pietro Orlandi, la sua età rimane avvolta nel mistero. In quanto alla moglie, invece, è sposato con Patrizia Marinucci. Una curiosità sulle figlie di Pietro: Rebecca, Elettra e Salomè, vincitrici del talent «Fiat Music», hanno partecipato, non superandole, alle selezioni di Sanremo Giovani.
Che lavoro fa Pietro Orlandi? Sulla sua professione non si hanno notizie certe. Possiamo però ricordare il libro scritto nel 2012 dal fratello di Emanuela – nel quale ha riunito il frutto di anni di indagini – dal titolo “Mia sorella Emanuela. Sequestro Orlandi: voglio tutta la verità”.
Scomparsi, la trasmissione condotta da Pietro Orlandi
Da tre anni è alla conduzione del programma “Scomparsi” in onda su Crime+Investigation (Sky, 119) la cui prima edizione era iniziata proprio con uno speciale su Emanuela.
Il programma si pone come scopo l’approfondimento di alcune storie riguardanti persone svanite nel nulla, proprio come la sorella, alle quali probabilmente non si è data la giusta importanza.
Emanuela Orlandi, le dichiarazioni di Pietro sul ritrovamento delle ossa
“La notizia dovrebbe riempire di gioia ma se le ossa risultassero di Emanuela è come se fosse morta oggi“, queste le parole di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che ha commentato così il ritrovamento di alcune ossa – probabilmente di due persone di cui una sarebbe una donna – all’interno della Nunziatura apostolica a Roma. “Se questa è la verità è importante che esca. Voglio sapere perché Emanuela si trovava in quel posto e chi ce l’ha portata” ha tuonato il fratello nel corso della registrazione della puntata di “Porta a Porta”.
Pietro Orlandi si è sempre battuto per la sorella Emanuela, sparita nel nulla in circostanze misteriose. Ha sempre chiesto verità e giustizia denunciando anche un fatto assai inquietante: una presunta telefonata dei rapitori in Vaticano la sera stessa della scomparsa. Le sue dichiarazioni:
Noi siamo sempre stati convinti che la prima telefonata dei rapitori fosse stata il 5 luglio, cioè dopo che Giovanni Paolo II aveva già lanciato un appello per Emanuela. Invece la prima telefonata è arrivata il giorno stesso della scomparsa di Emanuela. Emanuela è scomparsa alle 19 e 15 circa, tra le 20 e le 21 è arrivata la prima telefonata, prima al centralino poi alla sala stampa vaticana dove annunciavano il rapimento di Emanuela e dicevano di voler parlare con la segreteria di stato. Noi in quel momento neanche sapevamo che cosa fosse successo a Emanuela mentre in Vaticano già sapevano che c’era stata questa chiamata e l’hanno nascosto fino ad oggi. Mi domando perché, questi elementi potevano essere importanti già all’epoca e questo fa capire anche perché Giovanni Paolo II nell’appello del 3 luglio parlò subito di ‘responsabili’ e fece riferimento ai rapitori, perché già avevano avuto contatti la sera stessa.
E infine:
Mi sono sempre chiesto, ma possibile che avvisano il Papa per una ragazza che ha fatto tardi a casa? E invece una risposta ce l’ho adesso, perché loro già sapevano di questa telefonata.
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