Precariato e scuola, la storia di Francesco: "L’amore per l’insegnamento mi ha spinto ad affrontare un anno così tortuoso e complicato" - Studentville

Precariato e scuola, la storia di Francesco: "L’amore per l’insegnamento mi ha spinto ad affrontare un anno così tortuoso e complicato"

L'esperienza "folle" di un insegnante precario. Il percorso del docente calabrese Francesco e i sacrifici per proteggere la sua "passione", ossia l'insegnamento.
Precariato e scuola, la storia di Francesco:

La passione per l’insegnamento secondo Francesco

Purtroppo il fenomeno del precariato nell’ambito dell’insegnamento in Italia è ancora molto presente nell’ultimo periodo. Moltissimi docenti italiani è come se fossero in un “limbo” eterno, sebbene abbiano superato concorsi, prove e investito tempo e sacrifici per insegnare a scuola.

Un docente precario di nome Francesco, di origine calabrese, ha raccontato la sua esperienza e la sua storia, mettendo in evidenza il suo “amore” per l’insegnamento e la formazione.

Un percorso complicato

A un celebre portale online, l’insegnante di musica Francesco ha raccontato la sua storia e il suo percorso definito “tortuoso” per diventare professore. L’uomo, appassionato di musica e del suo lavoro, ha riferito di essersi iscritto regolarmente alle GPS della provincia di Parma, con l’obiettivo di praticare la sua professione al Nord.

Colmo di aspettative e di speranza, Francesco ha dichiarato:

“È passato settembre 2023 e non arrivavano convocazioni. A fine settembre, però, la svolta: una chiamata dal Trentino, a Rovereto, per una supplenza di un mese”.

Purtroppo, questa esperienza si è conclusa in breve tempo, poiché verso la fine di ottobre 2023, l’uomo è stato costretto a rifare le valigie per andare prima in Calabria e poi tre giorni dopo a Caltanisetta, in Sicilia. Il 30 giugno 2024, l’insegnante ha firmato un contratto a tempo determinato in cui erano previste solo tre ore a settimana per insegnare musica e uno strumento musicale ai ragazzi.

L’esperienza “dispendiosa” di Francesco

Un vero e proprio tour de force” per il docente, il quale ha proseguito il suo discorso nell’intervista:

“Consapevole che quella poteva essere l’ultima spiaggia, partivo la mattina alle 7 da casa, in provincia di Catanzaro, e andavo a Villa San Giovanni a prendere la nave per la traversata. Alle 12 circa arrivavo a scuola, pranzavo e alle 14 iniziavo le lezioni che terminavano alle 17. A quel punto ripiombavo in macchina e percorrevo altri 320 km per tornare a casa. Arrivavo intorno alle 23 circa”. 

Insomma per Francesco, visti i molteplici spostamenti per il lavoro, si è ritrovato a spendere mensilmente intorno ai 500 euro per pagarsi i biglietti dei mezzi pubblici, compresi i traghetti e anche la benzina per i tragitti lunghi in auto. La sua retribuzione mensile corrispondeva a circa 350 euro netti, uno stipendio ritenuto “da fame”.

Inoltre, l’insegnante precario ha aggiunto:

“Per me è stato difficile e complicato, ma da questa esperienza sono uscito più forte e più determinato. L’amore per l’insegnamento mi ha spinto ad affrontare un anno così tortuoso e complicato. Andavo sempre felice a scuola”. 

Sebbene la situazione sia al limite della “follia”, Francesco non ha perso la speranza e continua ancora oggi a lavorare duramente con passione e coraggio. Attualmente, l’insegnante pratica in un istituto scolastico di Novara, con un contratto determinato fino al 31 agosto 2025.

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