C’è chi sfrutta le proprie ferie per partire in vacanza, c’è chi si accontenta di rilassarsi e chi, invece, si mette all’opera per rendere più accogliente la scuola nella quale lavora. Siamo a San Severino, in provincia di Macerata: qui, ha avuto vita una speciale collaborazione volta a concludere un progetto di miglioramento del plesso. Dirigente scolastico, insegnanti e personale ATA hanno unito le loro forze, imbracciando pennelli e vernice, in vista del tanto atteso rientro a settembre. Cosa hanno fatto?
Preside, insegnanti e ATA imbiancano scuola
Il preside, i docenti e il personale Ata dell’Itts Divini di San Severino hanno deciso di rimboccarsi le maniche e mettersi a lavoro. L’istituto è ospitato dall’edificio Luzio che, a differenza della scuola che ospita, non è di proprietà della Provincia. Quest’ultima, ha messo a disposizione un piccolo budget per poter svolgere dei lavori di manutenzione: ha diverse scuole che dipendono da essa, e fa quanto possibile per garantire lo stesso livello di attenzione e di risorse a tutte.
L’Itts Divini è attualmente ospitato da questo edificio in attesa di spostarsi nella nuova sede che, a quanto pare, e dopo diversi ritardi, non sarà pronta per l’inizio del nuovo anno scolastico. Per questo, l’iniziativa di rendere il plesso attuale più accogliente è diventata una priorità: si è pensato di intervenire sull’edificio nel quale si trovano “provvisoriamente” da qualche anno.
Come il dirigente Sandro Luciani ha spiegato, era stata incaricata una ditta ma, per rendere il tutto il più veloce possibile, il personale scolastico intero si è messo a disposizione per coadiuvarla. La riverniciatura dei corridoi al primo e secondo piano è solo l’inizio: se si riusciranno a trovare ulteriori risorse, si potranno fare ulteriori migliorie all’edificio
L’interminabile saga dei lavori della nuova sede
Nel frattempo, un’interminabile serie di ostacoli sta caratterizzando il percorso di ricostruzione della nuova sede. I lavori, si erano inizialmente fermati a causa del ritrovamento di alcuni reperti archeologici. Già nel 2019, la prima ditta era stata costretta a lasciare il cantiere a causa delle inaspettate scoperte, e da allora la scuola è stata testimone di una serie di disavventure. Il cantiere è rimasto fermo per ben due anni a causa della chiusura dell’azienda iniziale, successivamente, grazie alla determinazione del quarto commissario straordinario, Giovanni Legnini, si è riuscito ad aggirare l’ostacolo con una serie di passaggi burocratici.
A mettere i bastoni tra le ruote, però, era stata anche la Soprintendenza, che era intervenuta per preservare i reperti dilatando i tempi di intervento, ed aggiungendo di fatto un ulteriore anno di ritardo al progetto. A novembre scorso, ancora uno stop: il cantiere era stato costretto a fermarsi perché l’ufficio commissariale, il Rup, non aveva depositato una variante al progetto, senza la quale l’impresa non poteva procedere né fatturare. Ora, finalmente, sembrano esserci segnali di speranza: il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, ha garantito che l’azienda è decisa a portare a termine i lavori.
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