Era stato sospeso dall’insegnamento per il fatto di aver dato 10 a tutti i suoi studenti. Era accaduto in Spagna circa 3 anni fa a Yván Pozuelo, 47 anni all’epoca dei fatti, insegnante di francese da più di dieci in una scuola di Gijón, una città di quasi 290 mila abitanti della Spagna nordoccidentale sita nelle Asturie. L’episodio aveva suscitato scalpore già allora, tra sostenitori e detrattori del suo metodo. Oggi se ne torna a parlare perché è iniziato il processo e l’uomo ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito ad un noto giornale spagnolo. Vediamo come si sono evoluti i fatti.
Il professore che ha dato 10 a tutti i suoi studenti
In seguito agli avvenimenti del 2021, la Segreteria dell’Istruzione delle Asturie aveva avviato un’indagine nei confronti dell’uomo, sospendendolo dall’insegnamento e privandolo dello stipendio per ben 8 mesi (pena che nel frattempo è stata ridotta a sei, dei quali 3 sono stati già scontati). La pubblica amministrazione gli aveva anche chiesto di revocare e vietare il metodo. Ma il prof, anche tramite le dichiarazioni, le interviste rilasciate ai giornali e un libro da lui pubblicato dal titolo “Schiavisti o insegnanti? La ribellione dei 10″, ha continuato a difendere il proprio metodo di valutazione. Ribadendo più volte come ogni piccolo miglioramento degli studenti andrebbe premiato.
In cosa consiste il suo metodo di valutazione
In cosa consiste il suo metodo di valutazione è piuttosto semplice: nel dare a tutti i suoi studenti 10. Un criterio di valutazione che il prof applica da più di un decennio senza problemi. Il docente fa parte dell’associazione “De Aula a Aula”, un gruppo di insegnanti nell’ambito del quale si discute di comportamenti, laboratori formativi, discipline e competenze al fine di promuovere un’istruzione di qualità.
Tuttavia, la questione dell’assegnazione del voto massimo a tutti è diventata oggetto di un acceso dibattito tra il Ministero dell’Istruzione e il prof. Se secondo il Ministero assegnare il massimo a tutti gli studenti rappresenterebbe una violazione del loro diritto a una valutazione obiettiva, il punto di vista dell’insegnante è decisamente diverso. Pozuelo sostiene infatti che attribuire il massimo punteggio sia un incentivo per gli studenti, che ne promuova l’autostima ed il vero apprendimento, al di là della semplice ricerca del voto. Il sistema da lui adottato avrebbe come risvolto positivo quello di eliminare lo stress dagli studenti e garantire loro una situazione di relax per permettere loro di fare il meglio.
Iniziato il processo
Il procedimento intentato nei suoi confronti non si è ancora concluso, anzi. Se all’inizio della vicenda il dossier che lo riguarda era composto da 2.500 pagine ad oggi, che di anni ne sono trascorsi tre, è passato a circa 4.000. Naturalmente, la pena alla quale è stato sottoposto gli sta causando non pochi problemi. Intervistato da El Espagnol, ha dichiarato:
“La gente non lo capisce, ma sono tre mesi senza disoccupazione, tre mesi senza nemmeno poter lavorare nel settore privato. In carcere garantiscono colazione, pranzo e cena, ho dovuto usare i miei risparmi, e nella mia famiglia lavoro solo io”.
Lo scorso giovedì ha avuto luogo la prima udienza del processo, durata più di 3 ore. Secondo Yván, che si è detto comunque soddisfatto, avrebbero iniziato ad emergere diverse contraddizioni. Non ci resta che attenderne la fine.
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