Maturità 2019: le proteste contro la riforma
La riforma della buona scuola che ha toccato gli esami di maturità e le inevitabili conseguenze hanno creato molto scompiglio tra studenti, ma anche tra i docenti. Gli studenti hanno sentito il bisogno di dire la loro e di manifestare dopo la comunicazione ufficiale del Miur che riguarda le materie d’esame. Gli studenti lamentano la difficoltà di queste prove, ritenute multidisciplinari, il poco tempo per prepararsi, a soli pochi mesi dall’esame, e il poco preavviso. D’altro canto il ministro Bussetti ha cercato di incoraggiare gli studenti facendogli sentire la sua vicinanza e tranquillizzandoli dicendo loro di continuare a studiare ma che indietro non si torna. I docenti, dal canto loro, sostengono che le simulazioni fornite dal Miur non siano adeguate alla preparazione degli studenti.
Proteste maturità 2019: la petizione dei docenti
In seguito alla notizia di una seconda prova mista e delle simulazioni, i docenti hanno deciso di fare una petizione, raccogliendo anche un notevole numero di firme, per chiedere al ministro Bussetti di fare marcia indietro. La scuola che più di tutte si è sentita particolarmente toccata da quanto accaduto è il liceo scientifico in quanto i docenti si sono resi conto che gli studenti non hanno la stessa preparazione in matematica e in fisica, a partire proprio dalle ore scolastiche che di matematica sono 22 e di fisica 13, e chiedono quindi che la prova di fisica sia più semplice di quella matematica. I docenti chiedono che le modifiche alla struttura della seconda prova vengano apportate solo dopo un incontro tra le associazioni degli insegnanti e di ricerca della matematica, della fisica e delle scienze, le commissioni delle due discipline in modo da arrivare ad elaborare delle prove che gli studenti possano essere in grado di svolgere.
Proteste maturità 2019: manifestazioni e cortei
Oltre ai docenti non potevano non scendere in piazza, e fare ascoltare la loro voce, i diretti interessati colpiti da questi cambiamenti agli esami di maturità: gli studenti. Dal Nord al Sud vogliono fare arrivare il loro messaggio, ovvero quello di non voler essere delle cavie. Da Torino arriva l’iniziativa di una vera e propria manifestazione promossa da Simon Vial, maturando e presidente della Consulta degli Studenti di Torino, organizzata per venerdì 22 febbraio. In un video pubblicato su Facebook chiede anche agli studenti delle altre regioni di scendere nelle proprie città e di manifestare per le stesse cause e con lo stesso spirito ovvero far sapere al Miur che le novità dell’esame non sono accettabili se comunicate in tempi così ristretti che gli studenti non sono delle cavie su cui fare i loro esperimenti.