Il tema dell’ansia a scuola è diventato sempre più rilevante negli ultimi anni, soprattutto in seguito all’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che ha acuito le situazioni già critiche. In questo contesto, il liceo scientifico Giordano Bruno di Venezia ha deciso di avviare una sperimentazione innovativa, ovvero un “quadrimestre senza voti“. Ma di cosa si tratta? E come funzionerà?
“Quadrimestre senza voti” in una scuola di Venezia
Il sistema prevede che gli studenti continuino a svolgere verifiche, interrogazioni e compiti, ma al termine degli stessi non verrà attribuito il classico voto da 1 a 10. Al contrario, saranno forniti ai ragazzi dei feedback dettagliati sulle prestazioni raggiunte e sui punti da migliorare, indicati rispettivamente con la penna verde e rossa. La sperimentazione coinvolge tre classi del liceo e si propone di favorire una valutazione più orientata al processo di apprendimento, piuttosto che al risultato finale. In questo modo, si mira a ridurre lo stress degli studenti e a favorire un clima più sereno e collaborativo in classe.
Tuttavia, il voto non scomparirà del tutto: sarà presente in pagella, infatti, al termine del quadrimestre. Così come ha spiegato Michela Michieletto, dirigente scolastico dell’istituto:
“Ci pensavo da un po’ ad attivare una sperimentazione di questo tipo, ora abbiamo trovato l’occasione. Abbiamo scelto alcuni contesti particolari, alcune classi. Una al Bruno, allo scientifico è già partita, un’altra partirà sempre allo scientifico e forse ne partirà una al classico. Di base va chiarita una cosa, tra i ragazzi c’è un problema d’ansia importante che è sempre più evidente. Noi ci stiamo lavorando. Stiamo cercando di trovare soluzioni. Non possiamo rimanere sordi al loro disagio”.
L’ansia a scuola, un problema da non sottovalutare
La scelta del liceo merita di essere seguita con attenzione, poiché apre nuove prospettive sul tema dell’ansia tra gli studenti. Si è avuto modo di considerare come l’approccio tradizionale alla valutazione possa avere effetti negativi sul benessere di questi ultimi e sulla loro motivazione, soprattutto quando vengono messi a confronto in modo competitivo. Una valutazione più orientata al processo e ai feedback, al contrario, può favorire la loro crescita personale ed una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti.
Il liceo Giordano Bruno non è il primo istituto ad avere attenzionato il problema: il Berchet di Milano, ad esempio, ha recentemente lanciato un sondaggio fra gli studenti dal quale è venuto fuori un significativo disagio verso la scuola da parte dei ragazzi. La cosa positiva, è che sia i dirigenti che i docenti, si stanno impegnando attivamente a combattere questo fenomeno che, come ha dichiarato il preside del liceo milanese, non assume una sola forma.
“Stiamo cercando di affrontare tutti i pezzi di ansia. Perché non è una sola ma di tanti tipi e insieme ai docenti adesso stiamo cercando di capire cosa fare concretamente, dove intervenire”
ha detto.
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