Record di non ammessi alla maturità 2023, succede a Trento - Studentville

Record di non ammessi alla maturità 2023, succede a Trento

A Trento, in una classe del liceo delle scienze umane "Antonio Rosmini", si è verificato un record di non ammessi alla maturità 2023.
Record di non ammessi alla maturità 2023, succede a Trento

Non tutti gli studenti del quinto superiore sono stati promossi, quest’anno, alla maturità 2023. Al liceo delle scienze umane “Antonio Rosmini” di Trento, in una delle quinte, 6 alunni su 23 sono stati bocciati, un numero record che ha portato la percentuale di respinti dal 3% del Trentino ad un preoccupante 26%. Ma a cosa è dovuto questo andamento? E cosa ne pensano studenti e famiglie? Continuate a leggere perché potreste rimanere stupiti.

Record di non ammessi alla maturità 2023

Ebbene sì: a Trento, quest’anno, si è registrato un vero e proprio record di non ammissioni alla maturità. Tuttavia, così come anche sottolineano i professori e la dirigenza, le bocciature non devono essere considerate una tragedia. Gli studenti avranno infatti l’opportunità di intraprendere un percorso per approfondire alcune competenze, colmare le eventuali lacune che si portano dietro ed essere più pronti ad affrontare gli studi universitari, come spiega il preside Stefano Kirchner, che si appresta a pensionarsi dopo una lunga carriera scolastica.

Secondo quanto ha dichiarato al Corriere della Sera, non è stata sicuramente una decisione presa a cuor leggero, vi si è giunti dopo un’attenta valutazione da parte del corpo docente. Cosa li ha spinti in questa direzione? Le motivazioni sono varie. Se per alcuni studenti il motivo risiede nelle troppe assenze, per altri è stata la pandemia a creare serie difficoltà. Le lezioni alternate tra presenza in classe e didattica a distanza hanno penalizzato qualcuno, mettendo in luce eventuali criticità.

La reazione delle famiglie alle bocciature

La decisione presa dalla scuola ha suscitato diverse reazioni tra i docenti, i genitori e gli studenti stessi. Secondo la valutazione dei primi, alcuni ragazzi mostravano difficoltà oggettive nel tenere il passo con la classe e nel comporre un testo.

Per questo, temevano che una volta giunti all’Università avrebbero rischiato di abbandonare subito gli studi accademici. Il dirigente ha spiegato che sarebbe stato più comodo mandare questi studenti “allo sbaraglio”, ovvero promuoverli senza una preparazione adeguata, ma ha sottolineato che questa sarebbe stata una scelta vigliacca. Si è preferito, insomma, prendere una decisione più responsabile.

Le reazioni dei genitori, invece, sono state diverse. Se alcuni hanno ringraziato la scuola considerando loro stessi i propri figli poco motivati o ancora acerbi per l’università, altri hanno richiesto l’accesso agli atti per ottenere informazioni più dettagliate sulla valutazione effettuata dai docenti. In un clima, a quanto pare, sempre di grande collaborazione e rispetto. Anche perché, come è stato precisato, le famiglie erano già a conoscenza del destino dei propri figli in quanto erano state avvisate per tempo.

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