Rientro a scuola: la situazione dei docenti a settembre
Il rientro a scuola non sembra essere così facile per i docenti: dai dati pubblicati da Collettiva, un professore su cinque è precario, così nei prossimi giorni 150mila supplenti saranno in cattedra su un totale di 850 mila. Percentuale che aumenta a due terzi nel sostegno. Nonostante il Mef abbia autorizzato 94.130 assunzioni, attraverso i concorsi, il numero non basta ad assicurare le cattedre vacanti. Ricordiamo la storia di la storia di Michele Rossini, ex ferroviere con 32 anni di servizio, con alle spalle 14 anni di insegnamento da professore di italiano, ovviamente precario. Vincendo il concorso del 2012 ha ottenuto la sospirata cattedra che gli è stata assegnata, ma troppo tardi visto che è accaduto a 65 anni, perciò dopo l’anno di prova ha dovuto dire addio al suo grande sogno per lasciare spazio alla pensione: “Dopo 32 anni di servizio mi hanno fatto capire che era ora che lasciassi. Come? Semplice. Mi hanno iniziato a far girare. Domodossola, Milano, Bruxelles. Impossibile continuare con quattro figli ed una moglie con problemi di salute“. Tante le storie simili alla sua.
Leggi anche: Michele, il ferroviere diventa prof. dopo anni di precariato. A un anno dalla pensione
Rientro a scuola: perché mancano docenti e non solo a scuola?
Sono le denunce dei sindacati a spiegare il perché di questo fenomeno di mancanza di docenti:
- alto numero di bocciati nelle prove a test di stampo nozionistico con molti errori rilevati;
- graduatorie esaurite in tante discipline, spiegazione per il quale i sindacati chiedevano una procedura straordinaria per immettere in ruolo da subito i precari storici.
Non solo problemi per i docenti, ma anche per altre figure importanti del settore scolastico, come i dirigenti e il personale Ata. Mancano all’appello 236 dirigenti scolastici (Il Mef ha autorizzato solo 361 assunzioni sulle 589 richieste dal ministero) e 17.588 Ata (ne sono stati assunti solo 10.116 unità a fronte di 27.704 posti).
Concorsi docenti: tutte le novità
Ricordiamo che a partire dal 2025 le prove semplificate, a risposta multipla, previste sia per gli attuali concorsi a cattedra in corso di svolgimento che nei successivi, saranno sostituiti da una prova con domande a risposta aperta. Il Governo ha scelto questa strada, probabilmente, a seguito delle numerose segnalazioni di errori che sono giunte da parte dei candidati che ne sono stati interessati. Sbagli intorno ai quali, nelle scorse settimane si sono giustamente alzate proteste, anche attraverso i sindacati.
Potrebbe interessarti anche:
- Concorsi docenti, dal 2025 addio ai test a crocette
- Concorsi Scuola, approvato il maxi-emendamento: ecco tutte le novità
- Il CdM dice sì alle nuove regole per il reclutamento dei docenti
- Università, concorsi truccati: tutta la storia
- Concorso scuola, segnalati errori nei test