La riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina è stata ufficialmente approvata lo scorso 11 marzo, aprendo un nuovo scenario per migliaia di aspiranti medici in Italia. In questo momento si attende la pubblicazione dei decreti attuativi necessari per rendere operativo il provvedimento, un passaggio fondamentale che tiene con il fiato sospeso studenti e famiglie.
Durante un’intervista, Brunella Restucci, docente di Anatomia patologica veterinaria all’Università Federico II di Napoli e membro del tavolo tecnico voluto dalla ministra Anna Maria Bernini, ha fornito importanti chiarimenti su questo cambiamento del sistema universitario, evidenziando come la riforma rappresenti sia una sfida che un’opportunità nel panorama dell’istruzione medica superiore italiana.
Dettagli della riforma
La riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina conferma il numero chiuso come elemento strutturale del sistema universitario italiano. Durante una recente intervista, Brunella Restucci, docente all’Università Federico II di Napoli e membro del tavolo tecnico ministeriale, ha chiarito che “il numero chiuso resta e non ci saranno posti in più”, sottolineando l’importanza di essere trasparenti con studenti e famiglie.
La grande novità riguarda il meccanismo di selezione, che non avverrà più attraverso un test iniziale basato su materie generiche come logica e cultura generale, ma sarà integrato nel percorso di studi. Gli studenti dovranno affrontare un semestre di studio e superare specifici esami previsti dal nuovo ordinamento. Solo coloro che supereranno questi esami e rientreranno nella graduatoria nazionale potranno accedere al secondo semestre.
Nonostante le “molte incertezze” ancora presenti, Restucci ha definito questa revisione “un’occasione” importante per migliorare il sistema.
Il semestre-filtro: struttura e modalità d’esame
Il semestre-filtro rappresenta uno degli elementi chiave della nuova riforma e prevede una struttura ben definita. Come spiegato dalla professoressa Brunella Restucci, saranno previsti tre esami e ognuno di essi avrà un valore di sei crediti formativi.
Le materie d’esame varieranno in base al corso di laurea: per Medicina e Chirurgia si studierà Fisica medica, Chimica e Propedeutica biochimica, Biologia e Genetica generale, mentre per Veterinaria il programma includerà Fisica statistica, Chimica e Propedeutica biochimica, Zoologia e Genetica.
Questa scelta è stata pensata per garantire la massima vicinanza possibile alla medicina umana, consentendo agli studenti di acquisire crediti utili per accedere ad altri corsi di laurea in caso di mancato superamento del semestre-filtro. Vista la probabile elevata affluenza di partecipanti, in assenza di aule sufficientemente capienti, si sta valutando l’opzione della modalità telematica per le lezioni.
Riguardo agli esami, sebbene si attenda ancora una conferma ufficiale, l’ipotesi più accreditata prevede tre test scritti da svolgere in via telematica, ciascuno composto da 62 domande per un totale di 186 quesiti.
Tra le critiche che vengono rivolte alla riforma c’è quella che riguarda l’imparzialità nella valutazione degli esami del semestre-filtro. Per fare fronte a questa criticità i docenti degli insegnamenti del primo semestre dovranno “definire un Syllabus che sia uguale per tutti i corsi. Da questo Syllabus verranno estratte le domande di esame“.
Commenti e prospettive dei docenti
“Vedo questa revisione come un’occasione”, ha affermato Brunella Restucci della Federico II, pur ammettendo che “ci sono ancora molte incertezze” nell’attuazione della riforma. La docente ha sottolineato l’importanza di essere trasparenti con studenti e famiglie, ribadendo che il numero chiuso resterà in vigore senza incrementi nei posti disponibili.
Un aspetto critico riguarda l’imparzialità nella valutazione degli esami del semestre-filtro, questione che il syllabus standardizzato cercherà di risolvere. Secondo Restucci, sarà fondamentale “eliminare ogni soggettività che possa influenzare il giudizio in sede di esame”, evitando problematiche potenzialmente legate alle forme orali e alle risposte aperte.
La docente ha inoltre evidenziato la sfida di accogliere studenti privi della preparazione di base che veniva precedentemente verificata dal test d’ingresso. Il nuovo sistema dovrà quindi garantire sia l’acquisizione delle nozioni fondamentali sia la possibilità di ottenere crediti spendibili in altri percorsi formativi in caso di mancato superamento degli esami.