Risorgimento, Valditara vorrebbe uno studio approfondito: le dichiarazioni
In una recente intervista al quotidiano La Verità il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha confessato che a scuola vorrebbe che si studiasse di più il Risorgimento: “Mi piacerebbe che in aula ci si occupasse di più del Risorgimento. Nel Risorgimento si trovano le ragioni del nostro stare insieme. Perché tanti eroi provenienti da tutta Italia decisero di unirsi ai piemontesi per unificare la nazione? Se l’Italia vuole essere grande, deve recuperare la consapevolezza di un’identità nazionale che altrimenti rischiamo di perdere”. In un momento storico complicato come questo è necessario ritrovare le nostre origini: “la nostra patria e la nostra storia, per sentirci tutti italiani, in nome di un interesse comune pur nelle nostre legittime e stimolanti differenze“.
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Il Risorgimento: tutto quello che c’è da sapere
Ricordiamo che il Risorgimento è il periodo della storia italiana in cui il nostro Paese è arrivato alla propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861 è stato l’atto che ha sancito, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d’Italia che si è formato con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Il Risorgimento è andato avanti con l’incorporazione del Veneto nel 1866 e si ritiene tradizionalmente terminato con la proclamazione ufficiale di Roma capitale d’Italia il 3 febbraio 1871; inizialmente restano fuori dal Regno d’Italia le “terre irredente” di Trento e Trieste, che vengono poi incorporate solo alla fine della prima guerra mondiale.
Inno di Mameli obbligatorio a scuola?
Ricordiamo, in questa ottica, che lo studio dell’inno di Mameli è obbligatorio nelle scuole: “Da oggi – aveva dichiarato Gasparri nel 2013 – il 17 marzo diventa il giorno di tutti gli italiani che, attraverso una memoria finalmente condivisa, avranno la possibilità di riaffermare i valori dell’identità nazionale. Sono stati gli stessi festeggiamenti dei 150 anni di Unità e la grande partecipazione collettiva che hanno confermato quanto diffuso fosse il senso di Patria e quanto necessario trovare un momento in cui celebrare l’Italia. Ed è senza dubbio motivo di orgoglio che questa norma sia stata il frutto di un’iniziativa parlamentare, che si è sviluppata lungo un intenso cammino che ha visto protagonisti sia la Camera sia il Senato. Il 17 marzo non sarà un giorno di ferie, ma piuttosto una giornata di studio, un’occasione per ritrovare quelle comune radici e quel filo che ci unisce tutti, legandoci indissolubilmente ad un’unica idea, ad un’unica memoria, in un’unica bandiera“.